WHATSAPP E GLI HACKER: SCOPERTO UNO SPYWARE
La “rete” è il nuovo palcoscenico ispiratore delle migliori Spy story. Ha fatto scalpore la notizia che WhatsApp avrebbe subito un attacco hacker che mirava a un “numero selezionato di utenti, orchestrato da “un cyberattore avanzato”. La piattaforma di proprietà di Facebook ha confermato con una nota il report pubblicato dal Financial Times, ma spiega di aver riparato lunedì il difetto che consentiva agli hacker di installare spyware su smartphone per accedere ai dati contenuti nei device”( cfr. “Adncronos”) A dare l’allarme,quindi, il Financial Times. Secondo la testata americana il gruppo facente parte di Facebook avrebbe rinvenuto un software dannoso capace di violare la privacy degli utenti. Questo spyware sarebbe penetrato nel sistema tramite una semplice telefonata inviata, senza la necessità che il destinatario rispondesse. Pur senza citarla espressamente, WhatsApp sembrerebbe puntare il dito verso la “NSO Group”. Si tratterebbe di una società di sicurezza israeliana che avrebbe sviluppato un prodotto chiamato “Pegasus che può attivare la fotocamera e il microfono di un dispositivo e frugare nelle email. La società commercializzerebbe il suo prodotto offrendolo a governi e agenzie di intelligence.”( cfr. Business Insider Italia) Pochi mesi fa anche Exodus, lo spyware nostrano, aveva spiato per errore migliaia di italiani.Questo a dimostrare la vulnerabilità di queste App e la necessità di complessi sistemi normativi internazionali per regolamentare il traffico illecito di dati. WhatsApp sarebbe corsa immediatamente ai ripari, avendo tempestivamente individuato la criticità e risolvendo il problema. Al momento, tuttavia non è dato conoscere l’ entità del danno e i soggetti hackerati anche se la tipologia di malware utilizzato per lanciare l’attacco è costosissimo e di norma i “clienti” acquirenti di questo tipo di prodotto sono governi e agenzie di intelligence. WhatsApp nonostante l’individuazione e la rimozione del problema, ha consigliato a tutti gli utilizzatori del mezzo, di procedere con l’aggiornamento dei dati della App nonché del sistema operativo del proprio smartphone. Fin qui una cronaca di uno spionaggio annunciato, anzi, ormai, generalizzato tanto da essere considerato un “effetto collaterale”, il prezzo da pagare per potere usare strumenti di ” empatia virtuale”, che ci catapultano nel mondo, soprattutto quello degli altri. Dove sono finiti i tempi della ” guerra fredda”? Quella delle care, vecchie spie, affascinanti nell’ immaginario e al cinema, anonime nella realtà? Gli scambi di agenti espressione di blocchi ideologici diversi su ponti sospesi sopra fiumi a scorrere impassibili dentro albe nebbiose ? Ah, non ci sono più le spie di una volta, viene spontaneo osservare! Il voyeurismo informatizzato ha soppiantato le umane forme di pettegolezzoe il mondo, sempre più legato alle intelligenze artificiali, ha sostituito anche il modus operandi delle spie. Chissà se basterà un semplice aggiornamento della App per metterci al riparo dallo spionaggio informatico. Nell’ era del super controllo forse i governi e le intelligence sono interessati, per potere orientare meglio il nostro pensiero, a conoscere ogni nostro gusto, dialogo e/o debolezza, non bastando più un like sui post a stabilire il livello di gradimento e la manipolabilita’ del popolo informatizzato. Che ossimoro la ” libertà ricattabile”!
