ALLA GALLERIA COLONNA DI ROMA LA MEMORIA DELLA STRAGE DI CAPACI

ALLA GALLERIA COLONNA DI ROMA LA MEMORIA DELLA STRAGE DI CAPACI

Siamo impegnati a ricordare. Tanto da ricordare.”Se si vuole capire bene cosa c’è in palio nel processo per la trattativa Stato-mafia, si deve andare nella Galleria Colonna a Roma.A vedere dentro un cubo di plexiglass il cespuglio di lamiere in cui è stata ridotta l’auto blindata della scorta di Falcone, ritrovata dopo ore dall’esplosione di 500 chili di tritolo a Capaci, in un campo a centinaia di metri dall’autostrada. Quella è il monumento funebre di Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, i ragazzi della scorta, che insieme al loro giudice hanno combattuto la mafia, quando altri cercavano codardi accordi.Mentre rimango pietrificato davanti a quei sedili contorti, al radiatore impastato con lo sterzo, mi viene in mente il trattamento che in vita ha ricevuto Falcone. Lo stesso disprezzo e isolamento, che i potenti riservano oggi al giudice Di Matteo. Che ha il torto di essere ancora in vita, mentre per molti sarebbe stato molto più comodo neutralizzarlo come eroe. E chi ha trattato con la mafia – B in primis – si ripropone come presentabile, senza vergogna.Antonio, Vito, Rocco sono foto ingrandite di quelle della carta d’identità, deposte a fianco del relitto del dovere. Fisso i loro giovani volti e sento di dover rinnovare il giuramento davanti a loro: farò di tutto affinché la mafia e i politici corrotti che ne sono servi non prevalgano. Affinché la sovranità che ho come cittadino, diventi responsabilità per una continua vigilanza democratica. Affinché non siano morti invano.”