DOVE FINISCE L’ART.21 E DOVE COMINCIA IL GIORNALISMO?

DOVE FINISCE L’ART.21 E DOVE COMINCIA IL GIORNALISMO?

Un’offerta di “lavoro” pubblicata sul gruppo Facebook della nostra comunità ha riaperto il dibattito. Un utente, infatti, ha postato un annuncio per la ricerca di collaboratori disposti a scrivere in cambio di un pagamento sostanzialmente nullo. Non era un giornalista e il sito in questione non era una testata registrata. Il confronto, come sempre, è stato molto acceso e tra gli interventi si segnala quello del presidente dell’OrdineEnzo Iacopino, che – sottolineando come si trattasse di una forma di retribuzione lesiva della dignità dei lavoratori – ha anche evidenziato l’impotenza dell’ordine a sanzionare chi non è iscritto, ma di fatto agisce in condizioni di concorrenza rispetto ai giornali. La questione – che il legislatore fatica a chiarire – è ormai storicizzata: dove finisce l’articolo 21 della Costituzione (cioè il diritto di ciascuno di esprimersi con qualunque mezzo) e dove inizia la professione giornalistica (diritti e doveri inclusi)? Resta fermo il fatto che in ogni impresa i lavoratori vanno pagati il giusto, e che di fronte a retribuzioni non dignitose è doveroso l’intervento dell’ispettorato del lavoro. Ma la legge dovrebbe chiarire quali sono i parametri oggettivi che distinguono un blog da una testata. Chiara Ferragniforse fa meno informazione di un magazine femminile, ma fattura molto di più.Selvaggia Lucarelliha dichiarato di non essere iscritta all’Ordine, ma il suo blog fa informazione ed è seguito più di molti giornali. Dovrebbero trasformare i loro siti in testate? I blog professionali fanno concorrenza “sleale” alle testate, a cui la legge e le regole deontologiche impongono costi maggiori? Voi che ne pensate?