GLI ULTIMI MORTI IN MARE E LE RESPONSABILITÀ DELLE ONG

GLI ULTIMI MORTI IN MARE  E LE RESPONSABILITÀ DELLE ONG

Oltre cento morti in mare a due passi dalla costa libica, l’altro giorno. Le motovedette libiche hanno recuperato 16 corpi, tra i quali tre bambini. L’ennesima straziante tragedia epocale, l”ennesima strage senza colpevoli. Ma davvero senza colpevoli? Non hanno alcuna colpa le ONG che hanno diffuso per tutta l’Africa l’illusione che bastava arrivare in Libia, poi lì fuori c’erano i loro taxi per traghettarli fino alle coste europee? Non hanno alcuna responsabilità i governi europei che, arroccati dietro egoismi, dietro sterili retoriche, dietro gli opposti slogan della solidarietà (“È nostro dovere accogliere gli ultimi del mondo”) e del respingimento (“L’Europa resti cristiana e difenda le sue tradizioni”), sono stati incapaci di governare i flussi e di elaborare alcuna reale strategia dell’accoglienza? Quando è cominciata la pazzia della società multiculturale, che ha preso il posto di una sana, ordinata, solidale società multietnica? E quando finirà questa tragedia immane? Quando potremo finalmente aprire di nuovo le porte non solo ai veri migranti politici (i fuggiaschi da guerre e persecuzioni) ma anche ai migranti “regolari”, ossia ai migranti economici, quelli che vengono ordinatamente nei nostri Paesi, con i visti e i permessi di lavoro (oggi drasticamente ridotti quasi a zero per non sommare “regolari” a masse incontrollabili di “irregolari”), quelli che vengono per lavorare, che pagano le tasse, che mandano le rimesse alle loro famiglie, che si integrano, che rispettano le leggi e le usanze dei popoli che li accolgono? Chiedete ai nostri consolati o a qualunque consolato dei Paesi europei in Africa, in Asia, in America Latina, se possono più concedere visti di lavoro ai richiedenti locali. La drastica stretta riguarda perfino i visti turistici, per paura che i “turisti” si trasformino in “clandestini”. Chiedete perché i flussi consentiti e regolati dallo Stato italiano e dagli altri Paesi Schengen si sono prosciugati e sono diventati di fatto pari a zero negli ultimi anni. E poi datevi anche una risposta sulle responsabilità delle ONG, che sono organizzazioni opache, prive di trasparenza, che non pubblicano i propri bilanci e anzi li tengono gelosamente segreti. Perché tanta segretezza? Che cosa hanno da nascondere? Sono enti a fin di bene o sono consorterie para-massoniche e para-mafiose? Che finalità perseguono realmente? Ma davvero dobbiamo considerare spietati “razzisti” quelli che dicono che “Devono essere i Paesi europei a decidere chi, quanti e quando può entrare in Europa, non possono deciderlo gli scafisti e gli altri mercanti di esseri umani”? Il concetto che decidano gli Stati e non gli schiavisti, è un’aberrazione o è per caso buon senso? Ma non succede così in tutto il mondo? Tu, italiano, europeo, prova a entrare senza documenti, senza passaporto, senza visto, in Nigeria o in Uganda, in Egitto o in Giappone, nelle Filippine o in Perù o in qualsiasi altro paese extra europeo: prova, e poi ci racconterai come sarai stato accolto, ammesso che tu così fortunato da avere ancora l’occasione di raccontare. E le ONG, fatta salva la buona fede di tanti volontari spinti da ragioni umanitarie, non finiscono per essere, volenti o nolenti, un anello nella catena dei mercanti di esseri umani? Interroghiamoci finalmente sulla realtà di queste entità anomale, che prosperano e accrescono i loro bilanci in maniera direttamente proporzionale al numero di esseri umani che riescono a traghettare da una sponda all’altra del Mediterraneo. Cominciamo a darci delle risposte, non c’è più tempo di giocare con migliaia e centinaia di migliaia di vite umane.