PETIZIONE PER STEFANO CUCCHI, QUANDO LA RICERCA DI GIUSTIZIA SFOCIA NELL’EVERSIONE.
Stamattina, scorrendo le notizie su internet, mi è capitato di imbattermi in una petizione, lanciata da qualcuno, che si vorrebbe rivolgere al Ministro della Giustizia, Cancellieri, avente per oggetto la sentenza sulla tragedia di Stefano Cucchi. Più andavo avanti nella lettura della petizione, più non riuscivo a credere ai miei occhi. Lo scopo dichiarato è quello di creare una Commissione di vigilanza che controlli sull’andamento del secondo grado del processo per la morte di Stefano Cucchi, per l’esattezza si legge:possa vigilare sulla regolarità e la trasparenza delle procedure durante il ricorso in appello.Una domanda viene subito spontanea, chi ha scritto questa roba ha un minimo di cognizione su come si svolge un processo di appello? Mi verrebbe da chiedergli come dovrebbe controllare questa commissione; entrando in camera di consiglio con i giudici, durante la decisione? In realtà, nel nostro sistema processuale penale, un controllo sul secondo grado sarebbe quasi del tutto inutile. Un processo, con la formazione della prova, si gioca in grandissima parte durante il primo grado. In appello, salvo casi rarissimi di riapertura del dibattimento, i giudici decideranno sul materiale già assunto in primo grado. Ed allora questi commissari straordinari dovrebbero controllare l’andamento psichico e personale dei vari componenti la giuria, mentre valutano singolarmente e collegialmente le prove? Ma se sin da subito sfioriamo l’eversione, in seguito la cosa assume toni ancora peggiori. Leggiamo “qualora la sentenza non sia nuovamente sinonimo di giustizia, chiedere alla corte di cassazione di annullare e riesaminare dal principio il caso Cucchi, in altro foro giudiziario, con diverso giudice, diversa giuria e nuovamente una commissione straordinaria che possa vigilare su regolarità e trasparenza delle procedure durante tutto l’iter giudiziario, fin quando giustizia non sarà fatta”. Prima osservazione, evidentemente chi ha scritto questa petizione conosce i fatti per come sono andati realmente, visto che si basa sul presupposto che questa sentenza non sia sinonimo di giustizia; e solo chi ha osservato i fatti durante il loro svolgimento potrebbe fare un’affermazione simile, pena l’assoluta ed ingiustificabile superficialità dell’affermazione stessa. In ogni Paese civile, ed in questo pur con le nostre pecche noi siamo un Paese civile, la verità è quella che esce dal processo. Si potrà ribattere che non sempre la verità processuale corrisponde a quella reale. Vero. Ma siccome la verità dei fatti, di solito, è a conoscenza solo di vittima e carnefice, salvo che non si voglia una giustizia sommaria, l’unico modo accettabile di appurare un fatto, e giudicare se esso sia penalmente rilevante o meno, è quello di affidarsi ad una Corte. Ancora, qualora la sentenza non dovesse soddisfare le convinzione preconcette del nostro scrittore, si dovrebbe chiedere alla Cassazione di annullare la sentenza. Semplice osservare come i meccanismi processuali perché ciò si verifichi ci sono già, solo che non spetta, per fortuna, né al Ministro della Giustizia, né a commissioni straordinarie. Ma solo alle parti processuali. Proseguendo, si vuole far riesaminare il caso ad altra Corte, di altro Foro, sempre controllati dalla fantomatica commissione straordinaria. Follia pura. Le regole per lo spostamento del giudizio, ad altro Foro, ci sono già, e sono espressamente stabilite dal codice; vero è che in questi anni, la politica ha cercato, per motivi che tutti sappiamo, di allargare queste ipotesi, essendo il meccanismo dello spostamento dei processi una fissazione del Cavaliere, ma addirittura chiedere che lo si faccia, sol perché non piace la decisione, a questo neanche Berlusconi ed i suoi seguaci sono arrivati, almeno finora. Ancora un dubbio mi tormenta, questa commissione straordinaria, immagino, dovrebbe essere di nomina ministeriale. In realtà si vorrebbe realizzare, così, il sogno del Cavaliere, sottomettere la magistratura, anche se solo per un caso, al potere esecutivo. Un’idea favolosa. Ciò che Berlusconi sta cercando di fare da vent’anni, questo signore vorrebbe ottenerlo con una petizione, e per di più al fine di ottenere una giustizia che si radica sulle sue convinzioni. In verità neanche a me convince del tutto la sentenza di primo grado, ma sarà forse l’abitudine a leggere sentenze che non mi piacciono, non mi sfiorerebbe mai l’idea che un secondo grado sia sotto la tutela di una commissione governativa. Questa è una proposta eversiva. Devo dire che non mi convince neanche l’idea che questo esito possa essere il frutto del lavorio di poteri forti; tra quattro secondini ed un intero reparto ospedaliero, primario compreso, vedo più questi ultimi come, eventualmente, tutelati dai fantomatici poteri forti. Ma questa è una mia idea che potrebbe essere smentita in qualunque momento. Il resto delle osservazioni no, perché si basano su principi consolidati, e del codice, e del processo in generale, e della Costituzione, che in questa petizione vengono calpestati senza ritegno. Tra l’altro, sono pronto a scommettere che tra le 2500(!) firme di coloro che hanno l’hanno sottoscritta, la maggior parte appartengono alla categoria di coloro che ad ogni intervento della destra, sulla giustizia, erano pronti a gridare alla dittatura ed a scendere in piazza. Ed ora, che sostengono un qualcosa che va ben oltre ogni indicibile sogno del Cavaliere, sono convinti di essere dalla parte del giusto e della verità, e magari ammantano tutto ciò con i sacri principi costituzionali, che invece vorrebbero calpestare allegramente. Purtroppo questa petizione è un triste specchio dell’Italia di oggi, pronta a protestare ed a fare rivoluzioni se la destra appronta leggi ad adiuvandum Berlusconi, pronta a firmare richieste eversive se una sentenza, tra l’altro di primo grado, non corrisponde alle sue voglie e convinzioni. Anche chi scrive si augura che la Corte d’Appello possa fare maggiore chiarezza sul caso di Stefano Cucchi, ma mai si sognerebbe di chiedere che ciò avvenisse con misure che, oltre ad essere incostituzionali, calpestino i principi della nostra democrazia. Io non so chi ha picchiato Stefano, perché qualcuno l’ha fatto, questo è certo, però se un secondo collegio mi dirà che non esistono prove che siano stati le tre Guardie Penitenziarie sotto processo, e questo giudizio verrà confermato dalla Cassazione, accetterò, sebbene con rammarico, la decisione. Rammarico non dovuto al fatto che quei tre imputati saranno definitivamente prosciolti, ma solo dovuto al fatto che non avremo mai una verità completa. Ma pretendere che sempre e comunque gli uomini possano ottenerla è solo un’utopia che non deve essere offuscata dalle nostre convinzioni personali.
