POSITIVI NON AL VIRUS MA AL FUTURO

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Peppino, questo il suo nome, mi spiegò che in vita sua non era mai stato particolarmente devoto, ma che lo era diventato dopo il terremoto. Mi raccontò che, prima della tragedia che aveva devastato Napoli e la Campania, un funzionario del municipio, incaricato di ispezionare le abitazioni malsane e pericolanti del Pallonetto, uno dei quartieri più antichi e più poveri della città, gli aveva intimato lo sgombero della sua casa. “E’ troppo pericoloso vivere qui, i muri sono pieni di crepe, potrebbero crollare da un momento all’altro”, disse il funzionario. Il mio tassista, padre di quattro figli, non aveva soldi e non aveva nessuna possibilità di trasferirsi altrove. Così decise di disobbedire all’ordinanza e di correre il rischio di restare a casa sua… CONTINUA SU REMOCONTRO: