SCHIAFFO AD UNA GIORNALISTA DEL TG1 DALLA MOGLIE DI UN BOSS A BARI

Nelle città di San Nicola, Maria Grazia Mazzola stava registrando un servizioIl sindaco Decaro: «Violenza inaudita, bisogna reagire» Laddove il mare bagna i secolari alberi di ulivo, bruciati dal sole, ai margini della periferia di Bari, a volte i colori si sfocano e la violenza prende il sopravvento. Uno tra gli ultimi eventi è quello perpetrato dalla moglie del boss del quartiere Libertà, il 45enne Lorenzo Caldarola (affiliato al clan Strisciuglio), che ha schiaffeggiato Maria Grazia Mazzola, giornalista del Tg1, nel corso di uno speciale sulle mafie. La professionista avrebbe ricevuto uno schiaffo a un orecchio: è stata subito soccorsa dal rettore del Redentore (parrocchia del Libertà) don Francesco Preite. Mazzola è stata accompagnata al pronto soccorso del Policlinico di Bari dove si è recato anche il procuratore della Repubblica Giuseppe Volpe.La giornalista ha dichiarato «Non sono stata insistente, perché sono sempre rispettosa di tutti. La moglie di questo mafioso mi ha aggredita. Viva l’informazione libera. Bisogna fare le domande. Ho fatto il mio dovere di cronaca».Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente nazionale dell’Anci dichiara che «Quanto accaduto è inaccettabile. Non si può tollerare una violenza di questo tipo nei confronti di una donna e di una professionista impegnata nella ricerca di notizie e approfondimenti. Ancora più se questo accade durante la visita del fondatore di Libera, che apprezzabilmente ha scelto di testimoniare il suo impegno quotidiano contro le mafie, partendo dal quartiere Libertà. È da tempo ostaggio di organizzazioni criminali che pensano di esercitare un’egemonia sul territorio, attraverso anche questi episodi di violenza. Come detto più volte, noi non voltiamo la testa dall’altra parte, e non permetteremo che il nome della nostra città possa essere affiancato ad episodi di questo tipo. Quel quartiere si chiama Libertà e deve essere liberato dalla criminalità organizzata».Commenta Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia «L’aggressione alla giornalista Maria Grazia Mazzola, a cui va tutta la nostra vicinanza e solidarietà, è un atto gravissimo e intollerabile, che ricorda nelle modalità l’aggressione a Ostia di un altro giornalista della Rai. Le mafie non tollerano chi informa l’opinione pubblica raccontando la realtà criminale del Paese e portando alla luce nomi e fatti che invece vorrebbero tenere nascosti e nell’ombra. Anche per questo l’informazione e i giornalisti d’inchiesta sono alleati preziosi nella battaglia contro la criminalità organizzata e contribuiscono a rafforzare la consapevolezza dei cittadini sul radicamento e la forza delle mafie». Il primo tweet sull’aggressione è arrivato Michele Laforgia, avvocato e candidato alla Camera a Bari per Leu, che era nella parrocchia barese per l’incontro con don Ciotti: «Al quartiere Libertà è stata aggredita, mentre faceva il suo lavoro, la giornalista del Tg1 Maria Grazia Mazzola. Proprio stamattina, al Redentore, si era svolto l’incontro dei ragazzi delle scuole medie con Libera e Don Ciotti. È un atto gravissimo che avvicina Bari a Ostia. Dobbiamo reagire, subito. Dobbiamo essere accanto ai cittadini onesti e pacifici del quartiere Libertà , rompere l’assedio criminale, garantire l’incolumità di chi vive e lavora nelle periferie. Domenica mattina saremo tutti al Redentore».La signora che ha commesso l’aggressione ha chiesto scusa pentita. A Bari devo tanto, credo nella città e nei suoi quartieri sospesi tra storia e tradizione che profumano di pane, e in quelle belle viuzze vedo l’alba di un futuro migliore.