TOLLERANZA ZERO

I 47 giorni del lockdown realizzano il mito della Tolleranza Zero di cui mezza politica ha parlato per anni come obiettivo sociale prioritario e imprescindibile. Decoro (città vuote, niente disordine metropolitano, niente turisti seduti sulle scalinate). Sicurezza (fine dei furti, degli scippi, fine dei nomadi al semaforo, fine dei barboni). Regole (certificato per la visita parenti, per la spesa, per entrare al parco). Si lavora, si torna a casa, si guarda la tv, si dorme o al massimo si spilucca il giardinetto. Una gran parte del Paese dovrebbe esserne soddisfatta. E’ quel che voleva, ciò per cui ha lottato. Ci sono le frontiere chiuse e i cieli off-limits che impongono la vacanza autarchica. Le multe a milioni per i disobbedienti. La famiglia tornata culla di ogni relazione personale. La pubblica severità che cancella anche il solo pensiero della trasgressione. Niente scioperi, fastidi, piazze, proteste, niente stranieri in ciabatte a Piazza di Spagna. Niente politica, niente Parlamento. Un mondo perfetto per i signori della Tolleranza Zero, che invece appaiono curiosamente infastiditi. Sono passati solo 47 giorni, cari. Il mondo dell’Ordine e dell’Ordinatezza che per anni avete decantato davvero regge così poco?