UNA PASSEGGIATA TRA I PENSIERI IN VISTA DELLA FASE DUE

La quarantena, il non poter vedere i propri affetti, i giorni cadenzati con l’aspettativa di dati migliori.Qualcuno ha perso tempo, altri lo reclamano da anni ed ora che lo hanno a disposizione non sanno come investirlo.Per alcuni troppo silenzio, per altri dialoghi interiori, per altri ancora riflessioni.Tutti uniti in una dimensione non richiesta, tutti al tempo stesso persi, a modo loro nei meandri dei loro dubbi.Quando tutto ha avuto inizio, gli alberi del giardino stavano silenziosamente preparando il risveglio vegetativo.Ora sono ricchi di verdi foglie e fiori che mutano l’impatto visivo e che riempiono l’aria di profumi nuovi. Così, dopo oltre due mesi di chiusura al mondo, in cui il mondo è invece prepotentemente entrato senza invito, per farci comprendere che la vita non ha fine ma fiorisce nonostante il virus, una passeggiata tra pensieri e fiori.Viene richiesta prudenza perché questo nemico non lo conosciamo, perché è subdolo e ci attende al varco, perché si fa beffa di noi, riproponendosi fingendosi sconfitto e ripalesandosi facendo cadere nello sconforto chi, suo malgrado, lo «ospita».Non ci smentiamo mai, neanche in tempo di pandemia, c’è chi si ritiene super esperto in materia, chi pontifica dall’alto del suo sgabello, chi giudica senza conoscere e tanto meno dandosi da fare, chi ha capito tutto, chi sa di non sapere nulla.Tanti gli atteggiamenti da ascoltare, da valutare, ma tutti hanno (o dovrebbero avere), un minimo comune denominatore che è il suo cervello.Nasciamo e riceviamo questo bel dono, di cui conosciamo una piccolissima parte.Abbiamo potenzialità che non sappiamo di avere, fino a che non ci ritroviamo faccia a faccia con un nuovo problema, con qualcosa di nuovo, e così, come per magia, troviamo soluzioni, tiriamo fuori grinta e intraprendenza, diventiamo piccoli geni che con un piccolo gesto, creano grandi soluzioni.Giorni di riflessione, dicevamo e osservando questo mondo meraviglioso, all’apparenza immobile, ma in costante movimento, qualche idea, si è fatta largo in quel vortice intricato che sono i miei pensieri.Partiamo dall’immobilismo, dalle strade poco frequentate e delle buche che campeggiano su molte di esse.Perché non utilizzare questi giorni per ripristinare i manti stradali che si ritrovano in condizioni discutibili?Lavoro svolto all’aperto, in sicurezza, che riempirebbe le giornate di chi si ritrova senza lavoro oppure è chiamato solitamente a svolgere quelli socialmente utili.Direi che l’utilità di poter usufruire di strade non danneggiate ed efficienti è davanti agli occhi e sotto gli pneumatici di tutti gli automobilisti…Ed ancora, abbiamo fiumi e canali quasi in secca, sappiamo cosa accade ogni qualvolta piove: perché non occupare persone che possano provvedere alla ripulitura dei fondali?Anche in questo caso, lavoro svolto all’aperto, in sicurezza che prescinde dal contatto fisico.In questi giorni consumiamo mascherine e guanti che gli incivili, pur avendo a disposizione cestini a pochi passi da loro, si ostinano a gettare in terra.Perché non incrementare il personale che si occupa di operare nel settore ecologico, e fargli prendere cura anche di svuotare i cestini almeno due o tre volte al giorno, separando questi rifiuti da quelli raccolti solitamente?Anche una spruzzatina di disinfettante nei cestini dei rifiuti, non guasterebbe, dato che questi dispositivi di sicurezza dovremo usarli per un po’, carino sarebbe (oltre che igienico), non abbandonarli in strada senza ritegno, per lamentarci della poca attenzione dei comuni, dimenticandosi che tutto, come sempre, parte da noi.. Poi ti vengono in mente i cavalcavia che hanno bisogno di manutenzione, pensi a quanto chiudere arterie che regolamentano il traffico, non sia pensabile in condizioni di vita «normali», e così, ti chiedi, perché non sbloccare i fondi dedicati alle infrastrutture e far sì che questo tempo, non sia uno scorrere inutile ma diventi l’occasione per sistemare ciò che non funziona da un po’ in questo paese che, da quando non lo tormentiamo più con corse smodate, con rumori assurdi, con scarichi di auto è tornato a mostrarci quanto sia bello viverci.Allora, anche qui, perché attendere, creare altri morti, sprofondare nelle macerie oltre che nella vergogna e non tornare ad essere fieri della nostra operosità?Basta con mega strutture sospese nel vuoto e avanti con ricostruzioni, che garantiscano spostamenti in sicurezza, oltre che nuovi posti di lavoro.Abbiamo visto la rapidità, la dedizione e la solerzia che è stata impiegata nella costruzione di nuovi ospedali, perché non potrebbe accadere anche per altre strutture di cui necessitiamo?Non corse irragionevoli verso bandi da aggiudicare agli amichetti dei soliti furbetti, ma incarichi a ditte serie e competenti che potrebbero avvalersi anche di volontari e di disoccupati, che potrebbero rendersi utili, riscattarsi, smettendo di essere invisibili e dimenticati.Tanta solidarietà, tanta generosità, cibo raccolto, preparato e consegnato a chi aveva bisogno.Operazioni fattibili anche in tempo di pandemia, operazioni che dovrebbero proseguire anche a pandemia cessata, poiché il bisogno non ha scadenze brevi solitamente, e troppo cibo si spreca, e altrettanto a pochi giorni dalla scadenza, resta invenduto, quando potrebbe nutrire chi continua ad avere fame.Abbiamo regioni con coltivazioni di frutta e verdura che attendono di essere raccolte.Sappiamo com’è andata, manca la manodopera straniera, quella tanto vituperata, mal giudicata, ma senza la quale non si procede.Coltivazioni che faranno una pessima fine, lavoro sprecato, capitali investiti, idem.Perché non regolarizzare il soggiorno ed il contratto lavorativo di chi viene sfruttato e retribuito in modo inadeguato, da chi, grazie al loro lavoro, riesce a vivere in modo sicuro?Lavori definiti umili, ma riscoperti come indispensabili, lavori svolti all’aria aperta, lavori che fanno apprezzare il valore della terra ma anche e soprattutto, il valore della manualità, della cura.Lavori che fanno abbassare fisicamente, già perché lo si dice spesso che la terra è bassa, ma senza i quali, i frutti non arriverebbero mai sulle nostre tavole.Chissà in quanti avranno pensato in questi giorni a quanto potremmo fare, a quanto c’è ancora da fare, a quanto correggendo i nostri comportamenti potremmo evitare…Siamo preoccupati, tristi per le tante vite perse, siamo rinchiusi in case che non sempre hanno gli spazi giusti per non farci soffocare e non farci sentire isolati.A soffrirne maggiormente sono i bambini, per questa libertà venuta meno in pochi istanti.I più fortunati hanno lavorato da casa in smart working, altri si sono ritrovati in cassa integrazione, altri ancora il lavoro lo hanno perso, almeno momentaneamente, pensiamo alle tante badanti ed alle colf a cui molto dobbiamo.Qualche parola destinata anche al sistema con cui possiamo farci prescrivere i farmaci.Il tutto si svolge attraverso mail, evita di riempire gli ambulatori che diventano ricettacoli di germi, si evita anche il doppio percorso per raggiungere l’ambulatorio medico e per far ritorno il giorno successivo per ritirare le ricette evase.Fa bene all’ambiente, ma facilita anche gli anziani che spesso si ritrovano lo studio medico dalla parte opposta della loro residenza.Un click, pochi accorgimenti e si fa tappa solo in farmacia per il ritiro degli stessi.Un’altra agevolazione che il periodo di pandemia ha portato e che si potrebbe utilizzare anche in futuro.Come a dire che anche dalle esperienze negative si possono trarre suggerimenti utili.Lasciamo anche un’ultima considerazione che riguarda i bambini e chi li assisterà quando i genitori dovranno rientrare a lavoro sapendo che le scuole resteranno chiuse.Abbiamo aziende in cui sono presenti sale relax, ma anche aziende in cui sono presenti numerosi spazi utilizzati per tenere riunioni.Perché ad esempio non potremmo riconvertire queste salette utilizzandole come micro nidi/asili in cui ospitare i figli dei lavoratori che vedrebbero risolto un problema non indifferente?Ci sono maestre d’asilo a casa a causa degli asili chiusi, ma anche qualcuna che non ha lavoro.È complicato?, forse, ma fattibile ed anche in sicurezza, sicuramente meno impegnativo del creare un ospedale dal nulla.Un’azienda ha i servizi igienici , ha spesso anche una mensa al suo interno.Pasti semplici da destinare ai piccoli ospiti, dove non possibile, si possono far portare da servizi di catering.Sicuramente: meno inquinamento, sicuramente costi abbordabili, sicuramente un problema non indifferente risolto, oltre alla creazione di nuovi posti di lavoro ma anche un allinearsi ad altre nazioni che già da tempo possono beneficiare di un sistema simile e funzionante.Presidi di sicurezza chiaramente da adottare, ma una situazione agevolata per chi può tornare a far girare l’economia di questo paese.Tutto utopico perché non si ha volontà di applicarsi? Tutto utopico perché iniziando davvero a prenderci cura della qualità della nostra vita evitiamo che loschi figuri con altrettanti loschi interessi, continuino a fare incetta dei denari dei cittadini?Tutto irrealizzabile a causa di muri innalzati da assurda burocrazia, che se vogliamo possiamo abbattere e scalare facilmente?Sicuramente, non tutti guarderanno al prossimo pensando un giorno di venirsi a trovare proprio in quella scomoda situazione che ora vivono gli altri.La cosa certa è che possiamo fare tesoro di tutto, che tutti dovremmo aver compreso cosa vuol dire continuare a vivere nel modo errato, correndo, calpestando, dimenticando quanto dobbiamo alla terra che ci ospita ma anche quanto con poco possiamo fare.Una buona politica, seria, dal volto più umano, meno fredda e calcolatrice si può attuare.Molti suggerimenti devono partire da noi, molto possiamo fattivamente fare, molto va fatto.Non lo dimentichiamo, prima di tornare ad affollare strade e mezzi, prima di tornare a gettare rifiuti in terra, prima di sporcare mari e fiumi, prima di inquinare scarichi e fogne, prima di giocarci la pelle!