BRAVO ACHILLE LAURO

Pensavo che ai giovani la Cultura in genere, nelle sue declinazioni di Storia, di Sociologia, di Antropologia, ecc, in fondo piaccia, soprattutto quando è raccontata in maniere “incarnata”, come è successo al Festival 2020, grazie soprattutto al lavoro, di Achille Lauro e della sua squadra di produzione e al loro coraggio espressivo.La qualità dell’esibizione di Achille Lauro non si misura sull’intonazione, e non deve necessariamente esserlo, in questo caso c’era talmente tanto altro che personalmente dell’intonazione me ne frego, quello che è passato è la suggestione di altre possibilità, a completare, a integrare, ad innalzare la nostra dimensione nota, quella a cui siamo abituati, a volte affezionati, per lo più assuefatti.L’evocazione di figure emblematiche del passato che hanno rappresentato, ma soprattutto, difeso l’unicità, ci ha portati per un attimo fuori dalle nostre maschere di moralità/normalità.Ogni tanto uscire da noi, indossare altri panni e fare un giro in altri lidi è utile. In termine tecnico ora la chiamano Empatia.Si può rinascere tutti i giorni. Grazie anche aTiziano Ferroe a tutti quelli che trovano che rivelarsi possa essere il loro contributo migliore e che si spendono come possono.Achille Lauro