CORONAVIRUS: QUANTE STORIE NELLA SUA STORIA

CORONAVIRUS: QUANTE STORIE NELLA SUA STORIA

Inutile fare finta che non esista. Persino nel microcosmo casalingo i sorrisi sono preordinati all’esorcismo. I dolci, i meravigliosi e luculliani pranzi sono funzionali al Vade Retro che le bocche non pronunciano, ma gli occhi traducono eloquentemente. È uno strano momento quello che stiamo vivendo nella mia terra. Il vento porta le voci, i pianti, le preghiere. Apriamo le finestre per accoglierle empaticamente, per stringere al cuore i lombardi, i veneti, gli emiliani. Accendiamo la tv e Bergamo a lutto con i mezzi militari trasformati in carri mortuari, gela quelle dita che in un salvifico impasto cercano di trovare conforto, cercano di trasmettere a due adolescenti che scrutano il tuo viso,la forza di credere nel Domani. Poi il vortice: Borse che crollano. Spread che s’impenna. Inversamente proporzionali . E una domanda che serpeggia e non trova risposte. O per lo meno non risposte ” a misura d’uomo” . – Perché non chiudono le borse?- La Consob ha dichiarato che sta monitorando la situazione.Qualcuno, pensando che forse siamo tutti bimbetti ingenui, ha esordito dicendo:- Non c’è il rischio di contagio, in borsa si lavora coi computer, i rapporti sono virtuali, così come gli scambi, vendite, acquisti.-Già…ignorantemente, e molto sommessamente come direbbe il buon Cetto la Qualunque, viene da rispondere, -Però le perdite sono reali- I popoli flagellati dal Coronavirus, debbono inchinarsi alla Finanza che, cieca e sorda, priva di ogni emozione,di etica e di senso della misura, funesta molto di più di un apocalittico castigo degli dei. Così scopriamo che la BCE non è nata per controllare gli Spread. Scopriamo che il Debito pubblico può continuare a fare la cavalcata delle Valchirie, che ogni giorno col crollo delle Borse si bruciano miliardi…in barba a quel che resta di umano nel mondo. Regione Calabria. Il Governatore caldeggia l’ invio dell’esercito per contenere il contagio. Già, la divisa dirà al Virus: -altolà- se è vero quanto asserito dallo stesso capo della Regione in tv che i presidi medici richiesti, attrezzature e macchinari arriveranno fra 45 giorni. Sarà la gente a salvarsi. Quella stessa gente che responsabilmente adesso è chiusa in casa , che è consapevole della fragilità di un SSN che in Calabria rasenta il miraggio dopo tagli, malgoverni e, dulcis in fundo, federalismo, anticamera della tanto auspicata ( da alcuni) Autonomia Differenziata. C’è gente che ha messo da parte colori politici, casacche ideologiche, per fronteggiare questa calamità. Persone che stanno lottando in queste ore contro la burocrazia e gli intoppi per fare sbloccare stanziamenti che possono portare all’ ‘acquisto di Tac e macchinari e al funzionamento di ospedali che l’ottusità di sistema aveva voluto chiusi. Chi sa e può è il momento che Faccia .Come i medici e tutti gli operatori sanitari che in queste ore non conoscono la parola ” Resa”. Come i giovani laureati in medicina. Catapultati dai libri in corsia dopo che gli avevamo imposto il numero chiuso, uccidendo per molti il sogno di indossare il camice bianco. -Forza ragazzi. La paura di questi momenti sarà la vostra corazza e il nostro essere fieri di voi.- E poi, mentre il vecchio mondo si disintegra…una storia illumina i mille cocci acuminati . Piero Floreno di Nichelino, malato di sclerosi laterale amiotrofica da più di dieci anni, decide di donare all’ ospedale uno dei respiratori meccanici che lo tengono in vita. Ne possiede due. Uno è di riserva. Parla attraverso le sue palpebre ed è questa la volontà che manifesta alla moglie. Sa che donandone uno , se il suo non dovesse funzionare , morirebbe. Ma sa anche, perché conosce la sofferenza, il valore della solidarietà. E quella non si compra e non si vende: si dona.Ecco, il germoglio c’è. Tornerà a splendere la vita al sole d’Italia.