IL VOTO A BARTOLO, SENZA SE E SENZA MA
Mi sbaglierò ma la maggior parte dell’elettorato ex 5s si è astenuta, e il flusso verso destra è stato minimo. La responsabilità (grave) di quel che rimaneva della sinistra è non avere tentato di intercettare quel mondo in fase evidente di implosione ripiegando sulla cosiddetta identità. Identità di che, poi? Il flusso vero e consistente che si dovrebbe analizzare è quello degli ex elettori di sinistra verso la “lista unitaria” del Pd in nome del voto utile contro Salvini, che si è giovato in silenzio dei demeriti altrui (cioè “nostri”). Mi dicono che il record di preferenze se lo contendono Calenda e Bartolo, e leggo sul Corriere che ancora da parte renziana si continua ad agitare il ricatto della scissione concordata di un partito di centro alleato del Pd. In attesa che il giovane ex ministro faccia sapere ai suoi elettori come nel caso si schiererebbe, complimenti a Bartolo per l’affermazione personale, della quale non deve sfuggire il segnale politico. I miei intention pool ed exit pool personali registravano ieri decine di precisazioni “voto Bartolo secco” che qualcosa dovrebbero dire anche al cauto Zingaretti
