IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Ed infine arrivò. Non era mai accaduto prima. Sebbene sottoposto a vari processi, Berlusconi non aveva, ancora, subito una condanna in secondo grado. Era già successo, in altri processi, che fosse arrivato al secondo grado di giudizio, ma non che una Corte d’Appello lo condannasse. Oggi pomeriggio, invece, la seconda sezione della Corte d’Appello di Milano ha confermato la sentenza dell’ottobre dello scorso anno, che vide l’ex Presidente del Consiglio condannato a 4 anni di reclusione, per frode fiscale, falso in bilancio ed appropriazione indebita. Il procedimento è quello relativo all’acquisto dei diritti televisivi. Filone d’inchiesta, questo, che nacque dal procedimento All Iberian. Secondo l’accusa i diritti dei film da trasmettere in tv non venivano acquistati direttamente dai produttori americani, bensì da società off shore, ed attraverso questi passaggi intermedi i prezzi dei diritti venivano gonfiati. Alla fine, dunque, il prezzo ufficiale pagato da Mediaset era molto superiore rispetto al valore reale di tali diritti. Questa differenza, calcolata in centinaia di milioni di euro, creava i fondi neri, poi versati in conti esteri. In tal modo, si realizzava il falso in bilancio, poiché i soldi realmente spesi per i diritti erano molto maggiori, e si creava una riserva di denaro occulto, a disposizione di Berlusconi, che veniva sottratto al fisco. La cifra di cui si parla secondo la ricostruzione dei PM è di circa 250 milioni di euro. Un problema che si è posto ai magistrati fu quello relativo al fatto se Berlusconi fosse o meno implicato personalmente in questa frode, poiché dal ’93 non più titolare formale di cariche nella società. I giudici di primo grado ritennero che l’ex Premier fosse il vero dominus di tutta l’operazione, tant’è che il presidente di Mediaset Confallonieri fu assolto per non aver commesso il fatto. Stamane i difensori di Berlusconi avevano chiesto il rinvio dell’udienza in attesa della decisione della Corte Costituzionale sul conflitto d’attribuzione, sollevato nel corso di questo procedimento. La vicenda si riferisce ad una richiesta di legittimo impedimento presentata per l’udienza del primo marzo 2010, in quanto Berlusconi era impegnato in un Consiglio dei Ministri, richiesta ai tempi rigettata, dal collegio di primo grado. Così come è stata rigettata la richiesta odierna. Secondo la difesa, se la Consulta dovesse accertare le ragioni della difesa, la sentenza di oggi sarebbe inutile. Invece la Corte ha accolto la tesi del PG, per cui un’eventuale decisione della Corte, favorevole a Berlusconi, inficerebbe solo in parte la decisione, senza inficiare completamente la sentenza odierna. La decisione sul conflitto dovrebbe arrivare entro fine giugno. Come già annunciato dei legali di Berlusconi, il processo davanti la Corte di Cassazione vedrà il collegio difensivo dell’ex Presidente del Consiglio integrato dal Prof. Coppi, che ha accettato di affiancare gli Avv.ti Ghedini e Longo. La pena a cui è stato condannato Berlusconi è di 4 anni, di cui tre condonati; ma ciò che preoccupa l’imputato è la pena accessoria dall’interdizione dai pubblici uffici, per 5 anni. In caso di conferma definitiva da parte della Cassazione, sarà superato pure il problema della ineleggibilità. Non resta che attendere l’ultimo grado di giudizio, quello in diritto, e vedremo se dopo la prima condanna in secondo grado, arriverà anche la prima condanna definitiva, per chi in questi anni ha avuto varie assoluzioni nel merito, varie archiviazioni, ma anche molte sentenze di assoluzione per prescrizione; probabilmente troppe per un ex Presidente del Consiglio, e autocandidato alla presidenza della Convenzione per le riforme della Costituzione. Anzi, nella nostra ottica, già le semplici indagini sono troppe per un leader politico, ma se arriverà la prima condanna definitiva, allora la storia politica dei prossimi anni cambierà radicalmente. Nell’attesa accontentiamoci di vedere che sorte avrà il nuovo Governo. L’abbiamo detto qualche tempo fa, che tra le poche cause che avrebbero potuto far cadere l’esecutivo vi erano le notizie provenienti dalle aule di tribunale. Vediamo se siamo stati profetici, o ancora una volta la vergogna di una condanna, sebbene non definitiva, sarà nascosta dietro la tesi della non colpevolezza fino al passaggio in giudicato di una sentenza; principio sacrosanto per un normale cittadino, inapplicabile per un politico, soprattutto in un periodo di deficit di moralità pubblica.