M5S E LA SINDROME DELL’ACCERCHIAMENTO

Ricorderete come in campagna elettorale uno degli slogan più famosi di Grillo fu: arrendetevi siete circondati. A sei mesi da quella minaccia, chi soffre della sindrome dell’accerchiamento (mediatico) sembrano essere proprio i grillini. Ieri navigando sui social network mi è capitato di vedere un post, che recitava così: in testa la scritta “LA DISINFORMAZIONE DI STATO NON FERMA LA MACCHINA DEL FANGO NEMMENO DOPO LE ELEZIONI”, dunque le foto di quattro parlamentari del PD che l’altro ieri sono passati al gruppo misto, ed in chiusura la dicitura “PERCHE’ NEI TG E NELLE PRIME PAGINE SI PARLA SOLO DI UNA DISSIDENTE DEL M5S? RISPOSTA: SIAMO IL VERO PERICOLO DELLA CASTA”. Procediamo con ordine, non ho idea perché quei quattro parlamentari siano passati al gruppo misto. Di solito, quando ciò accade, o vi è qualche calcolo sulla base al regolamento della Camera di appartenenza, oppure vi è dissenso verso la linea politica o le scelte prese dal partito da cui si esce. E se consideriamo la fase molto drammatica vissuta dal PD (peraltro almeno tre dei fuoriusciti, sebbene eletti nelle liste del PD, provengono dal partito socialista), a seguito della nascita del Governissimo, che alcuni eletti possano lasciare il gruppo, in disaccordo con questa decisione, mi sembra un evento del tutto normale. Non fa molta notizia, sono cose sempre accadute nella vita parlamentare italiana, e nei vecchi partiti. Perché se accade ad un parlamentare grillino la cosa fa scalpore? Per due motivi, principalmente. Ed entrambi appartenenti all’agiografia del Movimento, e da loro stessi creati. Primo che loro non sono casta, secondo un’incapacità totale di comunicazione politica. Il Movimento si è presentato come qualcosa di nuovo rispetto ai vecchi partiti, e avrebbe dovuto spazzare via le logiche della vecchia partitocrazia; ed invece si scopre, a dire il vero qualcuno lo aveva detto ben prima di ciò, che anche loro tengono molti di quei comportamenti che volevano censurare. La cosa desta l’attenzione dei media, perché loro promettevano che non avrebbero tenuto determinati atteggiamenti; ed attenzione non ci si riferisce solo a questo caso, che anzi in questa analisi è anche marginale, ma basti pensare al pranzo al ristorante della Camera, ai dubbi sulla restituzione di parte dello stipendio, ed altri casi. Nei Tg e nei giornali se ne parla, non perché siano il pericolo per la casta, ma proprio perché dimostrano di essersi ben adagiati ai comportamenti di quella casta che detestavano. In secondo luogo perché dimostrano di essere del tutto incapaci dal punto di vista comunicativo. La Parlamentare grillina che spara a zero contro il proprio capo, ed il susseguente processo, melius linciaggio, mediatico che ne seguirà (pare lunedì), sono errori di forma, sia politica che comunicativa, che faranno perdere altri voti ai 5 stelle. Ma questo è il loro modo di essere speciali, ed invece si dimostra un boomerang. Nel PD sono mesi che gente come Civati spara a zero sulla segreteria, ma lo fa con toni e mezzi propri del dibattito democratico di un partito, e ciò non sembra avere avuto un ritorno negativo in termini di voti. Nel Movimento ogni forma di critica al capo è vissuta, ma dal Movimento stesso non dai media, come un tradimento, e trattata di conseguenza. Direi che c’è poco di che stupirsi se la stampa presta più attenzione a queste dinamiche, che non a grigie e trite discussioni all’interno del PD, di cui siamo satolli. Sono loro stessi, e i loro errori di comunicazione, a rendere casi normali per ogni partito in eventi eccezionali. Si stanno scoprendo uguali, in molti aspetti, agli altri, a quella casta che volevano accerchiare. Gran parte della colpa è del loro guru/padre/capo/ispiratore ecc. ecc. e la mancanza di dinamiche democratiche proprie di ogni movimento politico. Diciamocela tutta, si stanno rivelando una vera delusione. Ho sempre pensato, pur non votandoli, che potessero portare qualcosa di nuovo nel mondo politico. Mi rendo conto che tutto ciò che, di nuovo, portano ne avremmo fatto volentieri a meno. E credo che anche molti eletti stiano cominciando a pensarla in questo modo, e ad agire di conseguenza; il che porterà a nuove epurazioni, in un circolo senza fine, finchè il Movimento non arriverà a percentuali trascurabili. Processo normale, a pensarci bene, quando non vi è un’idea (o ideologia, che non è mica una malattia) politica a fare da collante. Volevano aprire il Parlamento come una scatola di tonno, ma per loro colpe si stanno sfaldando come il più tenero dei tonni in scatola. Peccato. Ma se questo devono essere, non ne sentiremo la mancanza. Ed intanto continuino pure a coltivare la sindrome dell’accerchiamento.