ORA LA LAZIO NON SI NASCONDE PIU’. BATTE L’INTER E SOGNA LO SCUDETTO

Forse il risultato più giusto sarebbe stato il pareggio, soprattutto dopo il vantaggio biancoceleste, con i nerazzurri nella metà campo avversaria a spaventare con i suoi attaccanti. E in effetti il pareggio l’Inter l’aveva agguantato con Lautaro,ma in evidente posizione di fuorigioco. Però bisogna rendere merito agli uomini di Inzaghi per il gioco sciorinato per lunghi tratti, per esser diventati ormai una certezza, per essere incontestabilmente la realtà più bella del campionato. Appare chiaro che a questo punto, dopo la partita contro i nerazzurri, la Lazio non si può più nascondere. A 14 giornate dalla fine, scudetto non è più una parola proibita. Tanto più che i capitolini non hanno nessun altro torneo in cui competere. Inter e Juventus, infatti, sono impegnate in Europa e in Coppa Italia, la Lazio no. Certo, la qualità tecnica delle due avversarie della Lazio è fuori discussione, ed è nettamente superiore. Ma la squadra ormai gioca a memoria in un orgasmo di fraseggi, lanci lunghi, tiri in porta, dribbling. L’azione che ha portato Immobile a tu per tu con Padelli è da manuale. Avrebbe strappato applausi se il portiere interista non si fosse opposto da campione. E comunque non è un caso che una Inter forse stanca per l’intermezzo di Coppa Italia non abbia saputo gestire il vantaggio di Young, e contenere le sfuriate biancocelesti. Su questo dovrà lavorare Conte, per rilanciare la squadra , ora a 4 punti dalla vetta. Già, perchè in sostanza, nella prima metà del secondo tempo, Inzaghi e i suoi si sono letteralmente pappati gli avversari, con un rigore sacrosanto trasformato da Immobile e un gran gol segnato da Milinkovic Savic, con Padelli arrivato in ritardo sul pallone. Partita chiave quella dell’Olimpico, insomma. Davvero: adesso solo la Lazio può perdere il treno- scudetto, magari con svarioni difensivi come quello di Luis Felipe verso la fine della partita con salvataggio provvidenziale di Strakosha, oppure con cali di tensione, distrazioni o eccessiva sicurezza nell’affrontare squadre apparentemente più deboli. Sarebbe però un peccato, perchè tre squadre lassù, in vetta, a questo punto del campionato era qualche anno che non si vedevano.