PRENDE MONOPATTINO DAI RIFIUTI: LICENZIATA IN TRONCO

PRENDE MONOPATTINO DAI RIFIUTI: LICENZIATA IN TRONCO

Diciamo le cose come stanno: la responsabilità per il licenziamento in tronco della quarantenne Aicha Elisabethe Ounadi detta Lisa, per aver cercato di sottrarre un monopattino obsoleto e destinato alla raccolta differenziata dal capannone della CIDIU, (una ditta torinese di smaltimento rifiuti) per farne dono al figlioletto di otto anni, non è imputabile alla mamma in questione, rea di aver accettato un regalo fattole, a suo dire, dalla responsabile delservizio raccolta. E nemmeno di questa sua collega che, avendo trovato il giocattolo vecchio e abbandonato nel capannone dove sono ricoverati i mezzi, lo ha prontamente donato a Liza pensando di farle cosa gradita. Infatti, l’operatrice ecologica o, come lei preferisce definirsi, la netturbina, è separata e madre di tre figli. Il suo stipendio da undici anni è l’unica sicurezza per garantire, oltre a un modesto alloggio, pasti caldi ai piccoli che l’attendono a casa. Il torto non è addebitabile nemmeno all’amministratore unico della società in questione: Riccardo Civera, intervistato dalla D’Urso a “Pomeriggio Cinque”, ha puntato l’indice sul reato di appropriazione indebita dovuta a un’insana insubordinazione della sua ormai ex dipendente. Insomma, una lezione esemplare andava pur data, e la signora era già stata ripresa più di una volta, anche se i motivi non è stato in grado di elencarli. Ma si sa, in certi casi, il microfono e la telecamera ti azzerano la salivazione… E allora? Un colpevole deve pur esserci in questa storiella dall’epilogo drammatico. Perché in caso contrario, non si giustificherebbe un’azione tanto incisiva e penalizzante per la povera Liza che, dallo scorso giugno, è stata privata del suo onesto lavoro. Ma se lei è rea di un peccatuccio veniale, se il suo ex datore di lavoro ha le sue sacrosante ragioni, chi andiamo a “bacchettare”? A questo punto, direi di partire dall’inizio: c’è un bambino che si è stancato di un monopattino vecchio e superato da modelli aerodinamici e più colorati. Probabilmente, ha insistito puntando i piedini per ottenerne uno nuovo di zecca. I suoi genitori che non hanno i problemi economici di Liza, lo hanno subito accontentato, comprandogli un monopattino fiammante che gli avrebbe garantito un figurone con gli amichetti. Naturalmente dopo aver gettato in un cassonetto il primo, ormai inutilizzato…Ecco, abbiamo trovato i colpevoli. Allora, vogliamo restituire il lavoro alla mamma torinese? Il classico “cicchetto” non sarebbe stato sufficiente? Noi ne siamo convinti.