RICOSTRUZIONE DI AMATRICE. DOPO TRE ANNI DI BUROCRAZIA, NON SE NE PUÒ PIÙ

A proposito della ricostruzione di Amatrice, 3 anni dopo, ho sentito il capo dipartimento della Protezione civile dire che ci vogliono “semplificazioni normative” e che le lungaggini sono colpa “della burocrazia”. Non se ne può più di queste sciocchezze. Non se ne può più della politica o dei tecnici che non si prendono le proprie responsabilità o non sono in grado di guardare in faccia la realtàLe normative, soprattutto quelle edilizie, sono fatte in modo che ci siano garanzie di sicurezza, garanzie di non violare diritti di altri, garanzie di non violare i diritti della comunità (perché quella urbanistica è una PIANIFICAZIONE PUBBLICA) a tutela del paese di tutti, dell’ambiente e del paesaggio.La normativa c’entra poco con le lungaggini poiché è necessario VERIFICARE tutti questi vincoli: nessuno ha il diritto di costruire comecazzovuole, nessuno deve poter fare il furbetto aggiungendo due piani alla casa che gli è crollata, nessuno deve provare a ricostruire in modo anti-sismico e tutti rivogliamo i paesi ricostruiti come erano e dov’erano, come è stato fatto in Umbria o in Friuli che le “new town” come a L’Aquila non devono più esistere.Quindi il capo dipartimento si lamentasse della mancanza di personale tecnico, in modo che sia possibile fare controlli più veloci, istruire le pratiche più celermente, verificare che i diritti e le normative di sicurezza siano soddisfatti prima di dare il via libera ai permessi.E la piantasse di spostare il problema sull’aspetto legislativo: non se ne può davvero più.