RUBARE È IL POSSESSO VIOLENTO DI UN FETICCIO

RUBARE È IL POSSESSO VIOLENTO DI UN FETICCIO

Mai rubare, nemmeno ai ricchi, conta il principio, non il danno. Conta il fallimento della pedagogia, il trionfo della cattiva abitudine, l’attitudine a non appropriarti di qualcosa che non hai acquisito legalmente, per diritto, qualcosa che non è destinato a te. Rubare annulla il diritto, ossia la civiltà. Anche perché prima o poi si finisce col rubare ai meno ricchi e perfino ai poveri, è inevitabile. Rubare è manifestare sopraffazione, è un modo distorto per l’ego supremo (patologico) di affermarsi, imporsi sul prossimo.Probabilmente compensa un vuoto, è un impulso irrefrenabile, è nevrosi pura. Compulsiva.Rubare è il possesso violento del feticcio, dell’oggetto in sé che è tuo o di tutti e diventa mio per sopraffazione, senza elezione, senza armonia. Con felicità solo per te e non per l’altro, dove il suo dispiacere è il mio benessere. In questo ti adegui al ricco cattivo, diventi lui. Rubare ai ricchi è solo una scusa per tenersi in forma. Per autoperdonarsi. Per tacitare la coscienza. Anche se ci è simpatico Robin Hood (che però ha agito solo in un periodo limitato, dove il diritto è stato calpestato da altri, dove altri hanno rubato veramente). Ma attenzione a non farne un mito o diventa un feticcio anche lui.