SERIE A. ROMA E INTER STECCANO

SERIE A. ROMA E INTER STECCANO

Con il posticipo di Bergamo tra Atalanta ed Inter, si è conclusa la dodicesima giornata del massimo campionato. Turno ricco di goal, 34, e di espulsioni, 6: finiscono infatti la propria gara anzitempo De rossi, Mauri, Parra e Danilo, oltre ai due tecnici di Pescara e Udinese, Stroppa e Guidolin. Sempre in testa la Juventus, che nell’anticipo serale del sabato, liquida con un tennistico 6-1 un Pescara troppo acerbo e spregiudicato. Grande protagonista quel Fabio Quagliarella che, autore di una fantastica tripletta, diventa il cannoniere principale della Juventus in relazione ai minuti giocati e ai gol fatti: uno ogni 62 minuti. La squadra di Antonio Conte (guidata dal suo vice Angelo Alessio) volta così subito pagina dopo il brutto k.o nel turno precedente in casa contro l’Inter e, approfittando proprio della sconfitta dei nerazzurri in quel di Bergamo, riallungano in classifica dopo aver visto gli eterni rivali esser arrivati sino al -1. La squadra di Stramaccioni perde infatti la sua prima partita lontano da Milano, dove finora tra campionato ed Europa League aveva sempre fatto bottino pieno. Dunque un passo falso che ci può stare, data anche la caratura di un avversario che, non partito benissimo, si ritrova già nei piani alti della classifica nonostante una penalizzazione di due punti. Resta comunque l’Inter, la principale avversaria della Juventus, nonostante un Napoli vittorioso a Marassi contro il Genoa. La squadra di Walter Mazzarri vince si per 4-2, ma soffre molto più del previsto, acciuffando i tre punti grazie ad un mezzo miracolo sportivo al 90′ e 94′ e confermando un momento di certo non brillantissimo, eccezion fatta per quel Cavani che continua a far goal con una frequenza impressionante. Inoltre la squadra rossoblù dall’avvento di Del Neri, non ha ancora ottenuto un solo punto in classifica e naviga nelle ultimissime posizioni, davanti solo al Siena che, non penalizzato, sarebbe fuori dalla zona retrocesisone. Alle loro spalle la vera rivelazione di questa prima parte di stagione: la Fiorentina di Vincenzo Montella. I viola continuano a convincere tutti gli addetti ai lavori a suon di prestazioni e la partita con il Milan ne è stata un’altra dimostrazione. Nonostante i rossoneri non siano sicuramente in un periodo roseo, vincere 3-1 in quel di San Siro non è mai facile per nessuno e se una squadra ci riesce dominando gli avversari sotto ogni punto di vista, non si può che essere più che ottimisti per il futuro di una società che in questi ultimi anni aveva pagato un mercato non all’altezza. Quest’estate però, la nuova dirigenza ha operato davvero molto bene e, oltre all’acquisto di Vincenzo Montella per la panchina, sono arrivati giocatori del calibro di Pizarro, Borja Valero, Mati Fernandes e non solo. Forse l’unico neo è la mancanza di un vero bomber da schierare insieme a Jovetic, anche se a dir la verità la dirigenza viola si era mossa molto bene anche sotto questo punto di vista, andando praticamente a chiudere in estate per Berbatov, prima del noto inserimento della Juventus e del successivo passaggio al Fulham. Con un attaccante così la piazza viola poteva davvero sognare ancora più in grande. Concludiamo con il derby di Roma, partita che ha lasciato davvero tanti punti aperti; la Lazio si conferma una squadra concreta, fatta di uomini non certo da prima pagina (eccezion fatta per Klose ed Hernanes, due indiscussi fuoriclasse), ma che stanno attraversando sicuramente il periodo migliore della propria carriera. Basti pensare a Candreva, in gol anche domenica e autore di un campionato sin qui da otto in pagella, giustamente premiato con la convocazione in azzurro da parte di mister Prandelli. La preoccupazione però, è che la Lazio stia facendo il massimo e difficilmente potrà reggere questi ritmi sino alla fine. Il mancato mercato estivo, Petkovic a parte, per forza di cose si farà sentire a campionato in corso, quando i titolari avranno bisogno di tirare un po il fiato. Discorso inverso quello della Roma: i giallorossi hanno un potenziale incredibile e anche domenica nel derby fino a quando il terreno permetteva di giocare a pallone, avevano dimostrato una superiorità abbastanza evidente, riuscendo per l’ennesima volta a passare in vantaggio. Se la Roma riuscisse a gestire almeno il 50% dei risultati, staremo parlando di tutta un’altra situazione. È una squadra che ha una media di più di due goal fatti a partita, che contro ogni avversario (Juve a parte) ha sempre imposto il gioco e fatto divertire, grazie anche ad un Francesco Totti in stato di grazia e ad un Erik Lamela definitivamente diventato un fuoriclasse, capocannoniere del nostro campionato. Eppure la squadra di Zeman è riuscita a suicidarsi, calcisticamente parlando, quasi ad ogni occasione, gettando via partite su partite e punti su punti in modo clamoroso, vuoi si per un metodo di gioco forse troppo offensivo, ma mi sento di dire principalmente per errori macroscopici dei proprio giocatori, per sfortuna, per qualche decisione un po penalizzante, di certo non per Zeman o comunque non solo per causa sua. Il calcio del tecnico boemo si è cominciato ad intravedere già da parecchie domeniche e potrebbe portare solo benefici se la Roma diventasse una volta per tutte più scaltra, più cinica, più matura.