SERRA, SICURO CHE SI POTREBBE ANDARE IN LIBRERIA?

Renzi dall’aula del Senato ha proposto di aprire le librerie perché leggere sarebbe un sollievo, ricevendo ilplauso di Michele Serra. Effettivamente leggere è un sollievo per l’anima. Per me lettore vorace lo è da sempre, eppure da quando sono chiuso in casa non ho letto un libro, li ho solo sfogliati. Ho bisogno d’avere la mente sgombra per farci entrare quello che i libri dicono e andare dove loro vogliono portarmi. Magari per altri sarà diverso, hanno la mente sgombra o leggere li aiuta a non pensare. Sicuramente è così per Serra e Renzi, io riesco solo a pensare a come saranno per me e mia moglie gli anni che ci restano da vivere, come sarà il futuro dei miei figli e nipoti, in che condizione vivremo una volta finita questa storia, che saremo tutti più poveri e che quando si è più poveri materialmente lo si diventa anche culturalmente. Ma questi sono problemi personali. Nonostante ciò l’idea di Renzi continua a sembrarmi campata in aria. In quale città italiana si trovano le librerie di vicinato come le edicole? Come si potrebbe arrivare alle poche librerie rimaste tutte nel centro delle città. Con l’autocertificazione? Sono talmente poche le librerie che i pochi lettori rimasti comunque vi si assieperebbero. E poi i libri sono oggetti che prima d’acquistarli bisogna toccare, sfogliare, leggerne alcune righe, posarne uno, prenderne un altro. Vanno quasi annusati come facevano una volta le massaie con la frutta. Diventerebbero un veicolo di contaminazione, invece che di cultura e sentimento. E poi in quale cassa di libreria sarebbe possibile mantenere il distanziamento sociale necessario? A Perugia in nessuna, nemmeno alla Feltrinelli. A me pare che Renzi abbia voluto dire qualcosa per distinguersi e guadagnare qualche riga nei giornali e parola nelle Tv. E che a Serra, che si vanta tanto di non stare nei social, il benessere che si è meritatamente guadagnato l’abbia distanziato dalla vita e dai problemi delle persone ben prima del coronavirus. Uno snob illuminato che questa volta s’è dimenticato d’accendere la luce.