TUMORI E SIGARETTE ELETTRONICHE: SCATTA L’ALLARME

TUMORI E SIGARETTE ELETTRONICHE: SCATTA L’ALLARME

Direttamente dalla New York University arriva l’allarme sulle sigarette elettroniche: “Danneggiano il DNA”. Test sui topi evidenziano il rischio per cuore, vescica e polmoni Uno studio, condotto dalla New York University, ha evidenziato come i topi esposti al fumo delle sigarette elettroniche presentino danni nel loro DNA, in particolare nelle cellule del cuore, della vescica e dei polmoni. Una notizia che potrebbe pesare come un macigno per tutti i fumatori abituali di device elettronici, che nelle “svapo” avevano trovato un modo “più salutare” di fumare o un valido alleato alla lotta contro il fumo classico della “bionda”. “È una notizia che non rassicura perché non potendo valutare gli effetti a lungo termine dell’uso delle e-cig, da troppo poco tempo sul mercato, gli studiosi americani hanno utilizzato il metodo sperimentale di osservare eventuali modifiche del Dna che possano far presumere l’insorgenza di queste malattie” questo il commento alla notizia di Roberta Pacifici, Direttrice del centro farmaco e tossicodipendenze dell’Istituto superiore di sanità (Iss). I ricercatori guidati da Moon-Shong Tang, partendo dai topi, sono arrivati poi ad osservare gli effetti anche su cellule umane di tessuto polmonare e della vescica cercando quindi di dare un riscontro su ciò che potrebbe accadere ad un fumatore abituale di sigaretta elettronica. Il risultato? Quando esposte alla nicotina e all’nnk (chetone nicotina-derivato della nitrosammina) le cellule umane hanno dato gli stessi risultati osservati nelle cellule di topo, che oltre ad essere danneggiate possedevano anche una minor capacità a ripararsi. Tutto ciò porta a pensare che fumatori abituali di sigaretta elettronica potrebbero avere un rischio più elevato, rispetto ai non fumatori, di sviluppare un tumore a polmoni e vescica, senza contare le malattie cardiache. Non si può ancora essere certi rispetto ai danni che le sigarette elettroniche potrebbero arrecare al nostro organismo, dato che si tratta di un primo studio riguardante i possibili effetti negativi del loro uso. Quel che è certo è che abbiamo bisogno di studi più approfonditi e che diano la giusta consapevolezza ai consumatori abituali di “svapo”. D’altronde, contenendo molte meno sostanze cancerogene rispetto alle classiche “bionde”, tutt’ora sono l’unico valido alleato per chi proprio non sa come porre fine alla propria dipendenza dal fumo. Perché di dipendenza si tratta. Allora ben vengano questi studi, ben vengano nuove scoperte su tutti gli effetti negativi che tali sostanze possono arrecarci. Ma la dipendenza, appunto, resta.