UN BILANCIO DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE PD E QUALCHE CONSIGLIO A ZINGARETTI

Nicola Zingarettisuda (come Bettino Craxi), Zingatti non pensa che la vittoria delno al referendumabbia spalancato le porte a un avvenire diprogressoe diciviltà, Zingaretti non disprezza leopposizioniche vuoleinglobaree non annichilire, Zingaretti pensa aunificare l’opposizionein parlamento, Zingaretti non chiude la porta a quelli delPdche se ne sono andati (anche se resta il dubbio se se ne siano andati spontaneamente o se se ne siano andati prima di essere cacciati), Zingaretti non patisceMatteo Renzi. Prendiamo uno degli argomenti che suisocialha dato la stura ainvettivecontro ilnuovo segretario: le sue parole sugli effetti dellavittoria del no. Primo: ciascuno ha diritto di rivendicare il suo voto, sia chi ha votato sì sia chi ha votato no. Secondo: quello scontro è ormaiarchiviatoe sarebbe inutile rimetterlo in pista. Terzo: quel referendum discuteva unacattiva leggeche per alcuni minacciava il Paese, per altri era migliorabile. Quarto: la vittoria del no non ha portato lasinistrache sostenne quella scelta al successo, ma ha favorito coloro che incassarono quel successo, cioè ilMovimento 5 stelleeMatteo Salvini. È accettabile dire che sia stata tutta colpa di Renzi e una vittoria di Salvini eLuigi Di Maio. Si mette la testa sotto la sabbia quando sinega l’evidenza: nellafuria iconoclastadi quel no non ci fu un solo elemento didistinzionedalla presenza maggioritaria delladestra. Anzi, molti, ancheleader di sinistra, erano convinti di aver loro il pallino in mano. Non l’avevano. Zingaretti non può dire queste cose? L’altra critica viene dai renziani angosciati, vedete come è sul chi viveRoberto Giachetti, che Zingaretti possa riaccogliere gente di sinistra che se ne andò da un partito in cui quelli come Giachetti insultavano la minoranza. Vogliamo ricordare quelle settimane? Vogliamo ricordare larottamazione, lacaccia al comunista, le invettive contro la Casta (di quelli che, come Giachetti, sono la Casta), il discredito sul parlamento, sull’Europa e così via? Cari ragazzi e ragazze renziane per fortuna unvotoha interrotto la corsa verso il baratro, ma se foste rimasti voi al comando oggi a sinistra di Di Maio e di Salvini ci sarebbe stato solo un mucchio di cenere. Da che mondo è mondo un partito di sinistra o di centro-sinistra ha due momenti imprescindibili di dialogo: uno con la parte democratico-moderata e un altro con la parte di sinistra che non sceglie ilradicalismo identitario. I partiti devono aprirsi, a sinistra i partiti che hanno fatto la storia si sono aperti. Se volete un partitino, fatevelo. Sono convinto che non lo farete, sennò prenderete gli stessi voti diPotere al Popolo, forse meno. Per Zingaretti, quindi, la domenica bestiale si è chiusa tutto sommato bene. Ha pagato allecorrentiil prezzo che doveva pagare. Hariciclatoun pezzo dinomenklatura, cioè il minimo sindacale, ora potrà dedicarsi a costruire quel partito nuovo o nuovo partito. Ribadisco che Zingaretti deve fare attenzione a chi manda in tivù. Faccia fare – non costa molto – una rilevazione sullapopolaritàdi tutte le facce impegnate in questi anni neitalked elimini chi ha irritato glielettori del Pd. Sappiamo tutti chi sono. Eliminerei anche quelli che sono stati con tutti, dico tutti, i segretari del Pd. Mi perdoneranno le donne ma lacoppia Ascani-Serracchianial vertice dell’assemblea è un inno al trasformismo.