ITALIA, UN PAESE ALLA DERIVA

Lo scomposto entusiasmo che ha accolto Di Maio e Salvini ai funerali di stato a Genova non sono solo il vistoso sintomo del consenso politico che li circonda. Sono qualcosa di più e di molto più inquietante.La stridente inopportunità di quegli applausi, sguaiati e perfino sconvenienti, segnala quasi spasmodicamente quanto compressi e oggi finalmente esplicitati siano il risentimento, i rancori, la collera di un paese che si sente alla deriva. Risentimento, rancori, collera che disperatamente chiedono di essere placati, finendo per depositarsi in chi oggi meglio riesce a interpretarli, se non proprio a disinnescarli. Che poi succeda davvero, diventa irrilevante: la speranza che ci riescano è più forte di qualsiasi dubbio. Di più, si tratta di una speranza cieca, poiché fuori di essa non si ritiene ci sia altro. Una speranza ostinata e acritica, che non ammette ripensamenti o discussioni. Una speranza disgraziatamente ottusa.E a chi come me ritiene tali speranze malintese e vane, non resta che infelicemente assistere a questa furente quanto infausta tensione popolare. Continuando sgomento a sbalordirsi e a chiedersi dove sia finita quell’intelligente consapevolezza sociale, che pure testardamente continuo a pensare sia nella dotazione storica del nostro paese.