IL CORONAVIRUS CI AMPLIFICA L’ESSERE INDISPENSABILE

Associare il rafforzamento delle relazioni umane alla distanza suona paradossale ma in qualche modo è anche un effetto poco esplorato di questi tempi, forse anche perché oscurato dallo speculare e ben più ingombrante aumento della violenza domestica. La quarantena ci obbliga a passare al telefono – unico teorico mezzo di “contatto umano” – più tempo del solito, e c’è chi in questo tempo approfitta per ripristinare contatti sfilacciati e chi semplicemente ricalibra le proprie amicizie. E in un certo senso il telefono, a lungo andare, ti obbliga all’intimità o perlomeno al dialogo, anche perché è molto più semplice riempire un silenzio seduti uno di fronte all’altro che al telefono. Il telefono ha come uniche protagoniste le parole, le parole lo definiscono. Diamo spesso per scontate le sostanze di cui sono fatte le nostre amicizie, e quelle più solide non le pesiamo o monitoriamo nemmeno più, come fossero date, equiparabili a legami di sangue, che non hanno bisogno di verifiche. Ci sono però anche amicizie che appassiscono se non innaffiate con i liquidi che la relazione ha emesso, oltre che a causa delle circostanze della vita, ma raramente tra queste amicizie ci sono quelle dove esiste un livello di intimità alta, nella quale non si smette mai di raccontarsi le proprie paure, i propri desideri e le proprie prospettive. E non c’è davvero alcuna soddisfazione professionale o di altro tipo che renda più orgogliosi, appagati dell’accorgersi quasi quotidianamente di quante persone più o meno vicine si rifugino nella tua empatia, e si rivolgano a te in cerca di un conforto, di una strigliata, di un consiglio, di motivazione, di una spiegazione, o addirittura di una (velleitaria) soluzione. Nulla di più benefico del rendersi conto che puoi lavorare bene o male, guadagnare tanto o poco, avere prospettive più o meno incoraggianti, eccetera, ma alla fine la nostra vita di mammiferi emotivamente complessi lampeggia la sua unicità nel momento che più ci (dovrebbe) definire come animali sociali: la capacità di influire sull’umore altrui, di generare calore, protezione, coraggio, sollievo, amore attraverso dei suoni che formano le parole; e di riflesso la consapevolezza che dei tuoi simili ti riconoscano per questa capacità, e in questa facciano affidamento. Se proprio dobbiamo assecondare una logica d’accumulo, tipica della nostra epoca, misuriamo i margini della nostra realizzazione anche col numero di persone che ci proteggono, e sopratutto misuriamo la qualità emotiva della nostra esistenza con il numero di persone che ci vedono come un riparo dalle intemperie. Impagabile