COVID 19: LE FOCHE, LA PLASMAFERESI? TERAPIA IMPORTANTE, E’ UNA SCELTA MEDICA

La malattia va sempre affrontata e possbilmente tolta: il fine della medicina del resto non può che essere la cura per cui non affidarsi ad essa ed in generale alla scienza potrebbe sottindenre il pensiero maldestro dell’incurabilità: è la punizione di Dio o la vendetta della Natura. La plasmaforesi? E’ una delle tante terapie importanti, non l’unica. E’ un buon ausilio. Disporre di una banca del plasma è quindi utile: il plasma dei guariti è ricco di anticorpi che neutralizzano il virus. Nessuna chiusura, nessun ostracismo, pertanto, ad usare il plasma dei guariti sui malati Covid 19 come del resto altre diverse terapie importanti:è una scelta medica,per l’immunologo Francesco Le Foche, dirigente medico del Day Hospital di Malattie Infettive del Policlinico Umberto I° di Roma. Nel corso della trasmissione Domenica In di ieri, condotta da Mara Vernier, il 63enne immunologo romano ha messo il dito sulla piaga: la sfiducia che qua e là serpeggia verso la scienza e la medicina. Ci vuole una comunicazione empatica, non fredda: bisogna parlare in modo credibile ed autorevole alle persone, arrivare al loro cuore: se ci saranno nelle prossime settimane da parte di tutti comportamenti giusti e corretti, avremo un’estate bellissima: riavremo la nostra libertà anche se non quella di prima. Dunque la previsione diun’estate tranquilla e bellissimain cui passeremo dallasemi-libertà di oggi, alla libertà:noi siamo nati per vivere in società, pur se essanon sarà quella di prima,in quanto certe accortezze vanno mantenute come l’uso delle mascherine, l’igiene personale, il distanziamento evitando gli assembramenti. La sindrome Covid 19 si è affievolita: se il virus c’è ancora e non sarebbe cambiato, è però cambiatasignificativamente la clinica. La carica virale si è ridotta, rispetto ai mesi scorsi. Questo non significa comunque che l’epidemia è sparita, ma che qualcosa sta cambiando con l’approssimarsi dell’estate:il virus sta scivolando verso l’emisfero Sud, verso altri lidi e noilo accompagneremo. Parola di un attento e appassionato medico in prima linea: siamo onoratissimi di curare le persone,è la sua regola, e la cura, semmai ce ne fosse bisogno, spetta solo al medico. Non siamo, insomma, altana libera tuttiper cui nelle prossime settimane vannomantenute le misure sin qui adottate e messe in atto nel lockdownche è statofondamentale per bloccare la diffusione del virus:ha avuto un costo, il discomfort psicologico per esser stati chiusi in casa, ma un beneficio altissimo per la salute pubblica. Ora siamo dentro un passaggio importante: la responsabilità è nelle mani delle persone cui spetta metter in atto tutti quei comportamenti giusti e corretti e non i colpi di testa. Se ci saranno, come credo, comportamenti responsabili da parte di tutti, questi associati alle diverse terapie impiegate, compresa la plasmaferesi, ci permetteranno con un po’ di pazienza di uscire dalla semi-libertà e di riavere la libertà anche se non sarà come quella di prima,ha precisato Le Foche che a fine marzo lanciòla mossa del cavallo: il riposizionamentodella medicina del territoriopotenziata, attrezzata e ben equipaggiata, per superare lo statur quo: ossia l’ospedalizzazione-centrica, così da attrezzarsi per vincere in casa, dei pazienti, il secondo tempo della partita vinta nel primo tempo dal virus Sars-Cov-2. Ecco forse è proprio una comunicazione empatica, non fredda, quella che vuole e si aspetta la gente per potersi fidare della scienza e della medicina: è parlare alle persone, arrivare al loro cuore, che serve.