I SOVRANISTI ALL’ATTACCO DI SILVIA ROMANO, MA CHE BRUTTA GENTE PERO’

I SOVRANISTI ALL’ATTACCO DI SILVIA ROMANO, MA CHE BRUTTA GENTE PERO’

Lo scatenarsi dell’opposizione, per la liberazione di Silvia Romano era da prevedersi e così è stato. Per loro si è aperta un’autostrada dove correre a più non posso, oltre i limiti naturalmente attaccando il governo questa volta “utilizzando” appunto la liberazione di una cittadina italiana. Questa liberazione giunge a puntino per i moralisti “stoici”, sovranisti e non, giusto in tempo per svicolare da tante contraddizioni ed eventi che ne pregiudicano il consenso ma soprattutto la credibilità. Un modo di prendere due piccioni con una fava: contestare un’azione del governo e nello stesso deviare appunto l’attenzione dalle malefatte dell’opposizione. Si parte dall’emendamento che permette il ritorno al culto nelle chiese tanto sospirato, tanto richiesto da chi era tanto convinto nel reclamare questo diritto che poi si è astenuto dal votarlo in Parlamento confermando che l’interesse per i cattolici apostolici romani, loro che cattolici apostolici e romani si professano, non era che la solita speculazione politica contro il Governo. Si passa poi alle pressanti e pesanti critiche alla gestione lombarda dell’emergenza che nonostante si raccomandi ancora cautela, continua ancora a chiedere riapertura su tutto i fronti, incoraggiando quindi chi dopo il 4 Maggio si è lasciato andare. Dei tamponi poi si è persa traccia per cui anche i dati che arrivano ogni giorno sono con il beneficio di inventario. E ancora la sconfitta al TAR della regione Calabria, a presidenza e maggioranza lega, per la decisione di riaprire bar e ristoranti al pubblico disattendendo le decisioni del Governo da parte della presidentessa Santelli. C’era poi da mettere a tacere la questione dell’appalto per le mascherine, non a norma, che vede coinvolta in prima persona l’ex presidente della camera Pivetti, leghista di fede. Poi ci sono le notizie false di Salvini salite agli onori della cronaca internazionale con tanto di oscar per l’organizzazione messa su per confezionarle ad arte dandole poi in pasto sui social. Per non parlare dei tanti arresti, tra lega e FDI, per collusione con la ‘ndrangheta ma anche per altri reati. Sotto, sotto quindi di questa liberazione ne sono contenti, un vero colpo di fortuna per evitare di dare risposte sui tanti argomenti che sono da tacitare. E così, lasciando tutto questo in “sospeso”, oggi l’attenzione si è spostata su Silvia Romano, a partire dal suo abbigliamento al momento del ritorno in Italia. I soliti “moralisti” magari se  l’aspettavano in abito da sera e se la sono vista invece arrivare con abiti tipici del luogo dove è stata tenuta prigioniera, pensate un po’ che affronto alla “civiltà”. Dopo di ciò ci si è dedicati alla sua conversione all’Islam, naturalmente con commenti sprezzanti quasi invocando la scomunica della “malcapitata”. Inutile citare le tantissime, immaginabili, invettive, pesanti insulti  che sono ormai una costante ed un “modus operandi” di certi individui che parlano in nome di una civiltà sconosciuta proprio al mondo civile.  Ma naturalmente anche questo serve per attaccare il Governo colpevole di aver ceduto ad un ricatto pur di salvare una cittadina italiana che, a loro dire, per ringraziare si è convertita all’Islam, come se per essere cittadini italiani fosse richiesto di essere credente, anzi di essere cattolico, apostolico romano. Ma l’interesse principale si è concentrato su quanto è costata questa liberazione in tema di soldi, e quanto sia stato immorale pagare un riscatto e quanto abbia dimostrato di essere debole lo stato cedendo al ricatto, questo dall’ottica di chi è all’opposizione, tralasciando l’aspetto umano della questione . Questo lo si legge oggi nei titoli delle testate in appoggio all’opposizione al Governo, ma dando manforte anche ai qualunquisti visto l’approccio dato all’argomento. Quanto zelo poi nel lamentare lo spreco del danaro pubblico, quanti toni enfatici e richiami alla morale da parte di chi disapprova tutto questo . Peccato che lo stesso zelo e la stessa invocazione di moralità, lo stesso interesse per il danaro pubblico non appaiano minimamente in questioni che sono sotto gli occhi di tutti, come quei 21 milioni spesi per un ospedale presentato e pubblicizzato come un miracolo di tempestività ed efficienza; ospedale poi risultato inutile perché inutilizzato. Senza dimenticare quei 49 milioni che la lega ha frodato allo stato con tanto di sentenze della Corte di Cassazione, e dei quali non se ne trova traccia in quelle testate giornalistiche in appoggio ai moralisti ad uso e consumo della propaganda che poi si possono definire sintetizzando “opposizione al Governo”.