IN SVIZZERA SCIOPERO DELLE DONNE MA SOLO NEL TEMPO LIBERO

IN SVIZZERA SCIOPERO DELLE DONNE MA SOLO NEL TEMPO LIBERO

Succede nella non lontanissima Svizzera. Sembrava passata alla modernità direttamente dal medio evo che ancora imperava negli anni ’70, quando gli stranieri, italiani compresi, erano costretti a nascondere le famiglie, le donne in molti cantoni ancora non avevano il voto e nell’Appenzello votavano alzando la mano in piazza, invece le donne non solo sono ancora discriminate, ma per scioperare devono addirittura prendere ferie. Credevamo che il fondo si fosse toccato da noi quando la Commissione di Garanzia per l’esercizio del diritto di sciopero aveva vietato lo sciopero generale di USB, il maggiore tra i sindacati autonomi italiani, perché “troppo vicino” ad altre manifestazioni, dato che secondo il suo parere sono possibili unicamente pochissimi eventi di questo tipo per anno, invece la Svizzera fa di più, vietato scioperare se la materia non riguarda direttamente il lavoro, insomma per la costituzione svizzera i diritti umani e delle donne non sono motivo sufficiente per incrociare le braccia. È anche curioso osservare come proprio la Svizzera sia lo stato neutrale per eccellenza, la nazione dove di preferenza si discutono e si siglano tutti i trattati internazionali, dove si sedano guerre e stabiliscono principi umani, ma quando si tratta di donne… beh, la cosa cambia. L’idea dello sciopero delle donne 2019 è stata lanciata durante l’ultimo Congresso delle donne dell’Unione Sindacale Svizzera, avvenuto a gennaio del 2018, su proposta di una risoluzione del sindacato SSP/VPOD, votata all’unanimità dalle delegate, così molte associazioni femminili e femministe hanno aderito ed indetto per il 14 giugno p.v. lo sciopero di tutte le donne svizzere a casa e sul posto di lavoro. Gli organizzatori denunciano la persistenza di violenze, sessismo, discriminazioni salariali ed anche il mancato riconoscimento del lavoro domestico pubblicando lo scorso gennaio un manifesto programmatico che precisa in 19 punti le ragioni per cui occorre mobilitarsi e lo scorso 22 settembre una quarantina di organizzazioni avevano manifestato a Berna a favore della parità salariale uomo-donna e contro la discriminazione portando in piazza, circa 20 mila persone. Ora, a sciopero indetto ecco la grana legale: lo sciopero delle donne previsto il 14 giugno è illegale secondo la Costituzione federale perché «deve riguardare direttamente il rapporto di lavoro tra un datore di lavoro e i suoi dipendenti e non motivi politici», come puntualizzato da Sandra Gerber, avvocata specialista di diritto del lavoro, in un’intervista pubblicata dal giornaleLe Matin Dimanchee scatenando la polemica in tutta la federazione. Secondo la Gerber i dipendenti che intendono partecipare all’azione devono chiedere un giorno libero altrimenti rischiano che l’assenza possa essere considerata come «un’assenza ingiustificata o persino abbandono del posto di lavoro». Anche se un licenziamento immediato sembra essere fuori discussione perché sproporzionato senza precedenti disciplinari, alle donne resta rischiare il posto di lavoro o scioperare “in vacanza”, dalla civilissima e moderna Svizzera per ora è tutto, la parola all’Italia che se vedrà fallire il ricorso di USB contro l’attacco al diritti di sciopero potrebbe pensare di permettere ai lavoratori di non essere schiavi solo durante le loro ferie, se ancora potranno fruirne.