CORONAVIRUS, TRASPORTO AEREO IN CRISI NERA. RINCARI E DISTANZIAMENTO ALLA BASE

CORONAVIRUS, TRASPORTO AEREO IN CRISI NERA. RINCARI E DISTANZIAMENTO ALLA BASE

Il mondo è in piena pandemia e le compagnie aeree sono a basso regime di volo. Per esempio è dal 4 maggio che tutte le nazioni europee, esclusa l’Italia, stanno operando con una normativa che non prevede il distanziamento fisico. Mentre in Italia, qualcuno mormora, che ancora prima del Covid-19, l’atteggiamento italiano serve solo a nascondere la reale incapacità gestionale di Alitalia. Il problema è veramente serio, tanto da indurre i ministri deiTrasporti europei a prendere una decisione univoca, che serva ad assicurare un volo con pochi passeggeri a bordo, attuare così il distanziamento sociale e ridurre i rischi di infezione tutto questo cercando di trovare una politica e delle norme comuni. Sicuramente la pandemia è entrata anche a livello psicologico nelle nostre vite, e nel prossimo futuro si rischierà di avere una richiesta bassa e attuare il distanziamento sarà quasi naturale, molto probabilmente le norme più restrittive dell’Italia (cioè del paese dell’Unione il cui settore aereo era maggiormente in crisi già prima del Covid-19) verranno messe in minoranza. Gli altri paesi europei, a differenza nostra, hanno scelto di non fare il distanziamento. Oltre che per l’antieconomicità della procedura, questa scelta e per non far volare le compagine in perdita, visto che normalmente un vettore tradizionale (non low cost) necessita di un coefficiente di riempimento del 75%.A causa di questa procedura ci sarà l’aumento del costo del volo, si stima che per il prossimo anno, l’aumento sarà almeno del 50% in riferimento a oggi, con punte, per certe tratte, del 102%. Saranno le autorità dell’aviazione civile a decidere se rendere obbligatoria la distanza sociale a bordo per contenere la diffusione del coronavirus, costringendo le compagnie a lasciare vuoto il sedile di mezzo. È stata la Iata, la principale associazione internazionale delle compagnie aeree, ad informare con una conference call, i media italiani e stranieri. L’aumento del prezzo, porterebbe ad un’ulteriore crisi del settore e si andrebbe verso un conclamato impedimendo della ripresa del trasporto aereo, e obbligherebbe quasi tutte le compagnie a volare in perdita, dal momento che ricavi necessari, non riuscirebbero a coprire i costi operativi. L’Associazione stima un rincaro del doppio per i biglietti su voli operanti da aerei regionali.La pandemia, come sappiamo, ha già azzerato il trasporto aereo a causa dello stop agli spostamenti e ai blocchi tra i Paesi. “In Europa e negli Usa non ci sono praticamente prenotazioni per le prossime settimane”, lo rende noto Brian Pearce, capo economista della Iata. Anche in Cina, dove il picco è passato, le prenotazioni segnano ancora -67%, questo proprio a dimostrazione che le persone non hanno ancora ripreso del tutto a volare. Eppure i Governi e le compagnie stanno già cercando di guardare alla fase successiva, quella che prevede la riapertura delle frontiere e del ritorno ai viaggi. Per ora, come detto, si procede in ordine sparso. L’Italia, resta la nazione più restrittiva, i viaggi all’estero prevedono una distanza di almeno un metro tra i passeggeri. Questo costringe le compagnie a lasciare almeno il sedile centrale vuoto. “Ad oggi non c’è una norma internazionale che impone la distanza”, sottolinea Alexandre de Juniac, numero uno della Iata. Ma quali saranno le procedure: su un aereo di corto e medio raggio, un Airbus A320 o un Boeing 737, quelli tra i più utilizzati dalle low cost e dai vettori tradizionali, si avrà un distanziamento sociale che renderà vendibile soltanto il 67% dei sedili, sostiene Brian Pearce. “Ma è difficile che i vettori riescano a vendere tutti i posti di un volo”, ha aggiunto. Per questo il massimo tasso di riempimento si dovrebbe aggirare attorno al 62%. Un valore inferiore a quello minimo perché un volo risulti in pareggio (in Europa la media è del 79%). Quindi per rietrare dei costi la differenza verrebbe fatta pagare ai passeggeri. E così su un Airbus A320 la tariffa media passerebbe da 86 dollari a passeggero (valori del 2019) a 129 dollari, pari al +50%. Nei voli intercontinentali con un Boeing 777-300 il biglietto balzerebbe da 202 a 337 dollari (+67%), in un aereo regional come un Embraer E-190 da 87 a 176 dollari (+101%) e in un turboprop Dhc-8-400 da 61 a 123 dollari (+102%). A livello continentale con l’introduzione del distanziamento sociale a bordo si avranno dei rincari medi del 43-54% delle tariffe. In Europa, stima la Iata, l’incremento di costo sarebbe del 49%, considerando che la maggior parte dei passeggeri si muove sui Boeing 737 e sugli Airbus A320, portando il prezzo medio dai 135 dollari dell’anno scorso ai 201 dell’anno prossimo.I prezzi e le stime restano ancora un discorso teorico, afferma l’associazione internazionale, questo aumenti copriranno soltanto i costi ulteriori derivanti dalla mancata vendita dei sedili di mezzo. Purtroppo l’incremento rischia di essere ancora più ampio, visto che i vettori hanno necessità di fare profitti. Quanti profitti? Pochi. Secondo la Iata su 122 compagnie analizzate soltanto 4 guadagnerebbero anche decollando mezzi vuoti. Tutte le altre finirebbero per perdere molti soldi. Intanto nel tentativo di promuovere il ritorno della mobilità delle persone tra i paesi della zona Schengen, la Commissione europea ha presentato oggi un pacchetto di linee-guida messe a punto con l’obiettivo di rassicurare i viaggiatori. Tra le altre cose, Bruxelles sta creando una cartina interattiva dell’Europa da cui trarre informazioni sulla situazione sanitaria e turistica regione per regione. Da Bruxelles per quanto riguarda il distanziamento fisico: ” i passeggeri devono indossare maschere nei mezzi di trasporto e nei veicoli utilizzati per il trasporto collettivo, soprattutto laddove le misure di distanza fisica non possono essere pienamente osservate in ogni momento. Non è necessario che siano mascherine mediche”. Sugli aerei, per via dello spazio stretto, viene privilegiato l’uso della mascherina così come l’eventuale miglioramento dei filtri nei velivoli. Nel pacchetto di norme, la Commissione europea prende in considerazione l’idea del tracciamento delle persone malate, guarite o immuni, questo faciliterebbe la mobilità nell’Unione europea. Anche se, precisa, il tracciamento deve rimanere volontario, e in secondo luogo che l’accesso ai servizi di trasporto o turistici non dovrebbe essere subordinato all’utilizzo di una app. Infine, Bruxelles vuole creare una mappa dalla quale il cittadino potrà capire la situazione sanitaria regione per regione.