DOPO DI RENZI NESSUN CAOS MA UN PAESE MIGLIORE, PER QUESTO DICIAMO NO

DOPO DI RENZI NESSUN CAOS MA UN PAESE MIGLIORE, PER QUESTO DICIAMO NO

Da allora ad oggi NULLA È STATO FATTO per quelle persone. Decine di riforme, tutte un fallimento perché hanno guardato solo in alto e non in basso. Le politiche di austerità hanno aggravato la crisi scaricandone le conseguenze sui più deboli. Perché andare a toccare la Costituzione ora? Lo aveva anticipato tre anni fa JP Morgan che, in un documento riservato, spiegava che il principale ostacolo per superare la crisi del debito (dal loro punto di vista) erano le Costituzioni, in particolare quelle dei Paesi del Sud Europa, nate dall’antifascismo e intrise di idee socialiste, con troppi diritti e garanzie per i lavoratori. C’è una diversa idea di democrazia in questa furia riformatrice: per correre nella globalizzazione – come ha ribadito Renzi ieri sera – serve una democrazia a bassa intensità di partecipazione, possibilmente a zero intensità di conflitto, una democrazia senza popolo. Oggi ci dicono che la riforma serve al paese, che porterà velocità, semplificazione e efficienza. Ma soprattutto, insieme alla legge elettorale, governabilità e stabilità. Se la stabilità che invocate, se la governabilità che bramate è quella con cui avete prodotto questo disastro, NOI DICIAMO NO! Della vostra stabilità non sappiamo che farcene! ANCHE NOI VOGLIAMO UN PAESE STABILE: nel rapporto con i cittadini, stabilmente impegnato a redistribuire la ricchezza e allargare i diritti individuali e collettivi, a produrre lavoro buono e qualificato, ad assicurare un reddito a chi non ha nulla, ad accogliere chi fugge da guerre e miseria, a tutelare e promuovere la cultura, la ricerca e la formazione. Per tutte queste ragioni dobbiamo vincere questo referendum. Il NO può aprire una nuova stagione in cui discutere di una nuova legge elettorale, che per noi deve essere proporzionale, per costruire una proposta di cambiamento insieme a tutte le forze che si mobiliteranno in questa campagna elettorale. A chi dice «Dopo di me il caos» diciamo: NO! Dopo di te viene un Paese migliore e lo costruiremo insieme!