LETTERA A EMANUELE MACALUSO DIRETTORE DE IL RIFORMISTA

LETTERA A EMANUELE MACALUSO DIRETTORE DE IL RIFORMISTA

Caro direttore leggendo il tuo editoriale”Cgil sbaglia ma…”mi è venuto da esclamare:”Emanuele,tu quoque!”.In questi giorni è tutto un coro contro la Cgil antiquata,massimalista,senza bon ton. Quel bon ton che i tanti De Vico vorrebbero che la Cgil mostrasse di fronte all’ombrello di Altan pervicacemente manovrato dal ministro Sacconi. Su questo però devo darti atto che anche tu parli di provocazione e ,sia pure troppo educatamente,richiami Bonanni e Angeletti,che a me paiono invece muoversi come i furbetti del quartierino,tutt’altro che preoccupati di salvaguardare l’unità sindacale. Ma tu dici anche- e questo mi stupisce davvero-che non è opportuno proclamare uno sciopero generale” mentre è in corso una lotta politica”.Verrebbe da domandare “se non ora,quando?”Aggiungo inoltre che non penso solo che lo sciopero sia giustificato dalla provocazione del governo sull’articolo 8,né solo dall’esigenza di dare qualche spinta in più agli emendamenti dell’opposizione laddove coincidenti con la piattaforma della Cgil,ma per il suo significato più generale. La verità è che il messaggio del Pd in questa crisi è debole e contraddittorio. Per un verso si definisce la manovra indigeribile ,classista e depressiva e si lascia intendere di nutrire (ma davvero?)forti riserve sulla impostazione europea,sull’accordo Tremonti-UE e sulla stessa tuttora sconosciuta lettera Trichet/Draghi. Per l’altro si lascia poi cadere il senso generale di opposizione alle risposte  alla crisi da parte delle forze conservatrici europee e italiane,si rinuncia a mobilitare quella grande opposizione sociale che si è espressa nei movimenti di questi mesi,nei referendum e nello stesso voto alle amministrative e si ritorna a cedere alla visione della crisi come di una sorta di emergenza naturale cui rispondere con la coesione nazionale e con il comune sforzo a chi è più bravo a proporre dighe,chiuse o sacchetti di sabbia.Lo sciopero della Cgil ha se non altro il merito di ricordarci che si tratta di una crisi sociale  e di sistema ,che richiede non solo il rigore dell’equità  come discrimine per le misure proposte,ma richiederebbe anche una diversa visione del futuro,di cui c’è grave carenza nella attuale malato clima politico del paese.