RENZI E SALVINI, DUE LEADER IDENTICI CHE NON CONOSCONO L’ITALIA

RENZI E SALVINI, DUE LEADER IDENTICI CHE NON CONOSCONO L’ITALIA

Quante somiglianze fra il capo della Lega e l’ex segretario del Pd. Sono privi di pensiero autocritico: è sempre colpa di altri, loro sono infallibili. Con politici del genere non ce la caveremo mai. Matteo RenzieMatteo Salvinisono persone diverse. È una banalità che va, tuttavia, sottolineata. La lettura delle lorointerviste(del22 maggio, ndr), ilMatteo leghista alCorriere della serae ilMatteo fiorentino alGiorno, ci rivela però quanto i due si assomiglino. È ovvio che lericette politichesiano opposte, ma nel tratto umano, nel modo in cui parlano di se stessi, nel racconto del Paese e del proprio operato sembrano gemelli. Ed entrambi sono totalmente privi dipensiero autocritico: ciò che non va è sempre colpa di altri, loro sono purissimi, innocenti e, diciamolo, infallibili. C’è in questa rassomiglianza il vero dramma dell’Italia. I leader del passato erano diversissimi. MetteteBettino CraxiedEnrico Berlinguer. Un qualsiasi capoDcdi fronte a un capocomunista.Giorgio Almirantedi fronte aGiovanni Malagodi. Insomma c’era uno scontro politico che investiva anche il profilo culturale e soprattutto l’idea di società. Questi due Matteo, invece, descrivono un Paese che non esiste, vicino alla catastrofe se governa un Matteo, piena di successi se alla guida c’è quell’altro. Si descrivono come infaticabili lavoratori ma si capisce bene che la loro prevalente attività, per il Matteo leghista è l’unica, consiste nel compulsare isondaggidi opinione e isocial. Parlano molto, non c’è traccia di letture. Sono tutto «io io io» e non c’è mai un «noi». Usano le metafore calcistiche comeGennaro Gattusonon farebbe mai. Fino a che in Italia non verrà fuori un modello di leadership del tutto opposta al presentismo di Renzi e Salvini non ce la caveremo mai E infine , scusate se è poco, non hanno alcuna idea del Paese che guidano o hanno guidato ma pensano che sia una cosa che vien fuori da una somma dielettoriche vanno tenuti assieme da un dato emotivo: la paura per il Matteo felpato, l’avvenire radioso per l’altro. Accade così, è accaduto a Renzi accadrà fra qualche mese all’altro Matteo, che dopo vistosi successi si vada a sbattere contro un Tir e a quel punto la somiglianza diventa impressionante perché l’insuccesso diventa prova evidente di un complotto degli amici piuttosto che un rifiuto dell’Italia. Ovviamente io fra i due Matteo scelgo Renzi. Non scelgo per simpatia, mi stanno antipatici tutti e due. Scelgo Renzi perché sta nel mio campo, quello che Salvini, se fosse alpotereda solo, metterebbe fuori legge. Dichiarata questa appartenenza, mi resta il timore che fino a che in Italia non verrà fuori un modello di leadership del tutto opposta al presentismo di Renzi e Salvini non ce la caveremo mai. Il collega che ha intervistato Salvini sapete cosa lo ha sorpreso a fare? Leggeva undossier? Sfogliava unlibro? Guardava le figurine di un fumetto? No, stava suFacebooke contava i suoi contatti. E si capisce da qui perché un ragazzo così malcresciuto non riesca a tenersi una donna. Non gli hanno spiegato che cosa c’è al posto della cicogna. Renzi invece si diletta a lasciar sospese le domande. Come se ci sia ancora qualcuno in Italia interessato alle sue risposte. L’intervistatore gli chiede se si considera delPde lui fa capire, ma dicendo e non dicendo, che sta pensando ad altro – oggi si dice a un nuovo “contenitore” – e l’idea più brillante che gli viene è pensare che inGran Bretagnavincerebbe il vecchioTony Blair, uno che come Renzi ha buttato il biglietto della lotteria.