ATLETE UGUALI AGLI ATLETI PER DIRITTO

ATLETE UGUALI AGLI ATLETI PER DIRITTO

Grazie a un emendamento di Nannicini (Pd) e Matrisciano (M5S) le atlete potranno diventare a tutti gli effetti delle professioniste come i loro colleghi maschi. Perché in Italia, in pieno 2000, non è ancora così: le donne sono ancora considerate delle dilettanti e, quindi, prive delle tutele e diritti riconosciuti agli uomini. Quello che nella commissione parlamentare è stato votato non è una questione di lana caprina che poco cambia o che, gattopardescamente, cambia le cose per lasciarle come prima. È un fatto storico che apre la strada al professionismo femminile nello sport e ci fa essere un Paese un po’ più decente, arrivato così in ritardo perché specchio del ritardo del nostro Paese. Ora tutti a battere le mani, ma si dovrebbe riflettere sul perché di questi eterni ritardi che una volta risolti dimostrano quanto i cittadini siano più pronti ad accettare i diritti di chi nella politica li rappresenta. È accaduto con le Unioni civili. Sta accadendo con il professionismo delle atlete. Accadrebbe con lo ius culturae se solo i politici avessero coraggio riconoscendo il diritto di cittadinanza per le ragazze e i ragazzi che vanno alle materne, studiano, giocano con le nostre e i nostri figli e nipoti.