CHIUDERE LA LOMBARDIA PER SALVARE L’ITALIA

Ieri in Italia, altri 1.402 nuovi contagiati, ma di questi ben 1.033 nella sola Lombardia, mentre nelle sette regioni meridionali, dall’Abruzzo alla Sicilia, più la Sardegna, in tutto 23 milioni di abitanti, i casi in totale sono appena 44, con alcune regioni a contagio zero, come accade anche in Umbria e altri territori del Centro. Ebbene, con quali criteri hanno stabilito che la fase 2 dovesse partire in contemporanea per tutte? Perché mai il Paese intero deve pagare le scelte nefaste di una giunta regionale leghista, di tale inefficienza da far parlare di sé il mondo intero? Perché mai il governo ha accettato il diktat di Fontana e della Confindustria che hanno imposto una ripartenza uguale per tutte le regioni, anche per quelle che si sono rivelate più fortunate nella bassa diffusione del contagio? E perché mai, oltre i numerosi errori compiute dalla Giunta regionale lombarda a danno degli anziani delle case di riposo, si scopre che questa fa solo due tamponi per tracciare i contatti di un contagiato, mentre altrove se ne fanno ben dodici? E perché mai, dopo avere distrutto la sanità pubblica, svendendola ai privati non senza passaggi di colossali tangenti, la regione lombarda paga i tamponi a un prezzo più alto del dovuto? Perché le attività produttive del Mezzogiorno, ben più a rischio fallimento delle più forti del Nord, devono soffrire in conseguenza di un principio razzista che assegna ai settentrionali presunte grandi capacità organizzative e gestionali, mentre riserva ai meridionali pregiudizi diffamatori e discriminazioni economiche? Di tutto questo deve dar conto il governo che continua a sostenere l’idea, da sempre praticata in Italia, di un Sud “rimorchio del Nord” sempre e comunque, anche quando è capace di elevarsi ben al di sopra di una sfiatata locomotiva pilotata da stantie ideologie leghiste, proprie del Partito Unico del Nord”, un superpartito che riunisce tutte le forze politiche, al servizio di sua maestà Confindustria. Ora, per salvare l’Italia, non c’è altro da fare che ritardare alla Lombardia il passaggio alla fase tre, concedendolo solo alle regioni che per fortuna e anche per merito, sono quasi fuori dal tunnel. Ma il Partito Unico del Nord permetterà tale “affronto” alla supremazia padana?