FINE DELLO SCIOPERO DELLA FAME DI IBRAHIM GOKCEK BASSISTA DEL YORUM GRUP. ANKARA CEDE

Ibrahim Gokcek, bassista del Yorum Grup sospende dopo 316 giorni ininterrotti, il suo sciopero della fame. La notizia fa il giro del mondo perché il governo turco avrebbe accettato le richieste dell’ uomo ormai allo stremo delle sue forze, dopo che nel giro di un mese altri due componenti della band, che protestavano contro il governo di Ankara, erano morti per la forte debilitazione derivata dal rifiuto di alimentarsi. Helin Bolek, Mustafa Kocak. Ricordiamoli questi nomi quando parliamo di Libertà. Ricordiamo due date. Tre aprile e 25 aprile 2020 . Sono le date della loro morte per ” sciopero della fame” . Ma chiamiamo la Morte col suo nome: ” Morte per la Libertà”. E a giorni avremmo narrato della morte di un terzo uomo, Ibrahim Gokcek , appunto, anche lui in sciopero della fame. Lui che, ormai ridotto a larva umana, aveva accompagnato i suoi due amici, componenti come lui della band musicale, nel loro ultimo viaggio dentro il martirio per la Libertà. Lui che dopo la morte del secondo dei suoi amici aveva scritto una lettera straziante, ripresa da tutti i media del mondo e in un passo della stessa scriveva: ” Ora la stanza accanto alla mia è vuota, quanto a me, che da qualche tempo vivo dentro un letto, non so come finirà il mio viaggio. La battaglia che si sta impegnando nel mio corpo si concluderà con la morte? Oppure con la vittoria della vita?Quel che so con maggior forza in questa lotta, è che, fino alla soddisfazione delle nostre rivendicazioni, mi aggrapperò alla vita anche in questo cammino verso la morte.” Una lettera trasudante forza dentro un corpo che esprimeva, invece, debolezza. Quaranta chili, solo una volontà ferrea a proseguire un cammino fatto di rinuncia. E disdegnava il ricovero fino a quando il governo di Ankara non avesse concesso al gruppo le autorizzazioni ad esprimersi, non avesse ritirato le accuse infamanti di terrorismo sui suoi membri, non avesse liberato i componenti del gruppo ingiustamente detenuti. Helen e Mustafa, entrambi 28 anni , erano fra quelli e il loro cuore debilitato dal digiuno, aveva smesso di battere. Ne era scaturita una mobilitazione internazionale, profondamente scossa dal triste epilogo dello sciopero dei due giovani che rivendicavano un processo equo e nei confronti di un uomo che in carrozzina al funerale della ragazza aveva osato gridare il suo dissenso in barba al mondo, alla quarantena, alla pandemia e alle autorità turche. La vicenda di Ibrahim Gokcek aveva fatto sì che si levasse la voce del Comitato per la Cultura e l’Arte del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK). Aveva invitato alla mobilitazione generale “agire con urgenza per Ibrahim Gokcek. Che sia dentro o fuori, chi oppone resistenza non deve essere lasciato solo. Prima che ci siano altri morti va fatta pressione sul governo perché le richieste siano esaudite… La resistenza è possibile in qualsiasi condizione”. L’ eco era rimbalzata ovunque nel mondo, perché ovunque i musicisti del Yorum grup avevano diffuso un messaggio di pace e armonia fra i popoli.Grup Yorum, infatti, non è un gruppo musicale come tanti. È un ” collettivo di lotta contro ogni repressione” come sogliono definirsi . Canta la libertà e il diritto alla pace del popolo curdo. Canta di libertà in Turchia. Dove , semplicemente, la libertà non c’e’, simulacro stanco come la Democrazia nel mondo moderno. Arrestata la band perchè accusati di appartenere ad organizzazioni terroristiche. Dal carcere in cui alcuni di loro erano detenuti, altri erano riusciti ad andare esuli in Francia, chiedevano di essere scarcerati, che i loro nomi venissero rimossi dalle liste dei ricercati del Ministero degli Interni turco. Chiedevano solo di potere continuare a cantare. Solo che quei canti, dal 1984, da quando 4 studenti universitari avevano fondato la band , sostenevano le lotte delle popolazioni per la difesa della giustizia e della libertà riuscendo a coniugare nelle note tradizione e ribellione. La voce di Helin cantava in turco, in curdo , in arabo, in circasso. Nella musica un afflato di unità, l’abbraccio della pace. Poi la svolta. Nella notte fra il tre e il quattro di maggio, accadeva qualcosa di bello. E accadeva mentre il corpo di Ibrahim si arrendeva ai 316 giorni di sciopero della fame, ma la sua ferrea volontà resisteva ancora nel dire: no a un ricovero e alla sospensione finché il governo di Ankara non avesse autorizzato il concerto quale estrema affermazione simbolica di libertà . Stavolta però il mondo,ammutolito, stanco , incredulo, di fronte alle morti degli altri due componenti della band, non è rimasto inerte e impassibile ad attendere l’ ineluttabile. Le voci si sono levate alte a sostegno della voce di Gokcek. E si sa, il Coro supera sempre la voce solista, persino quella di un uomo solo al comando come Erdogan. Di fronte a una mobilitazione internazionale diventata insostenibile per l’immagine stessa che vuole dare di sé la Turchia, il governo turco avrebbe capitolato e parrebbe che il gruppo potrà esibirsi in pubblico. Giunta la notizia ufficiale dell’ autorizzazione, il giovane uomo si sarebbe lasciato trasportare in ospedale per ricevere le cure necessarie alla sua ripresa fisica. La data più accreditata per il concerto parrebbe essere : il 3 luglio prossimo. La notizia sarebbe stata data da una conferenza stampa di alcuni componenti del gruppo sparsi per il mondo. Cantarono Bella Ciao in una Istanbul gremita di gente a ribadire sempre che la libertà ha un prezzo elevato, spesso tragico , come sa chi per lei vita rifiuta, ma restituisce al mondo sempre degli Eroi. Ibrahim Gokcek è uno di questi e ci auguriamo che quel giorno sul palco a cantare Bella Ciao,ci possa essere anche lui col suo basso, a dimostrare ai rassegnati di ogni risma che Volere è Potere.