“L’È TUTTO SBAGLIATO, L’È TUTTO DA RIFARE”…20 ANNI SENZA BARTALI

Venti anni fa moriva Gino Bartali , il campione che assieme a Fausto Coppi scrissero la storia del ciclismo italiano. Un uomo dalla splendida storia di vita , tanto esuberante quanto schivo nel suo semplice eroismo che lo porto’ , nel silenzio, a salvare le vite di centinaia di ebrei durante gli anni della seconda guerra mondiale. I suoi spostamenti per gli allenamenti gli permettevano di consegnare documenti falsi per gli ebrei che vivevano in clandestinità. Il ” bene va fatto in silenzio” . Talmente in silenzio che si scoprì di queste sue eroiche gesta, solo dopo la sua morte.Il Museo della Shoah di Gerusalemme nel 2013 lo annoverò fra i Giusti tra le Nazioni e gli riconobbe postuma la cittadinanza onoraria di Israele. Chissà perché stasera mi ritrovo a pensare a Bartali. Io che del ciclismo amo i momenti eclatanti, i grandi scatti, gli ultimi metri dal traguardo e dimentico spesso la fatica, la preparazione , la tenacia che ci vuole per scalare, per scattare, per resistere, per essere semplici gregari a tirare l’ aria per la volata finale. E mi torna in mente quella frase del toscanaccio ” “L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”. Lui che non era mai contento delle sue prestazioni. E mi torna in mente quella immagine rimasta scolpita nella Storia che fa di semplici uomini , talvolta dei Miti. Quella scattata durante una tappa del Tour de France del 4 luglio 1952. Fausto Coppi conduceva la gara in maglia gialla.Una salita. Dura, durissima. Una di quelle dove persino le orecchie pare vogliano esplodere per lo sforzo.Il fotografo Carlo Martini immortala una scena che diverrà una icona del mondo dello Sport, una foto che regala alla eternità non solo due uomini, Bartali e Coppi, ma un’epoca con i suoi valori, la sua etica. In questa foto una bottiglia che passa di mano fra due ciclisti, due grandi ciclisti, i migliori del loro Tempo. E non si saprà mai chi la diede a chi. Due avversari. Due amici_ nemici, simbolo di una rivalità sportiva cavalleresca.L’ epoca dei galantuomini, a cominciare dallo sport, forse a finire nello sport.Vinceva il migliore e l’ altro avrebbe avuto l’ umiltà di stringergli la mano.Ricordando quella immagine viene spontaneo il parallelismo con la nostra epoca. Non ci potrà mai essere uno scatto simile.Persino i vip che fanno gesti caritatevoli lo sbandierano ai quattro venti , perché la pubblicità è l’ anima di un vivere che ha nell’apparire il suo credo e il suo sprone. Non ci sarà uno scatto così. Due uomini famosi. Nemici/ Amici. Nel momento del bisogno, della impervia salita si scambiano una borraccia contenente acqua. Acqua per resistere. Oggi , nel momento più critico della risalita dell’ Italia dopo mesi di emergenza a causa del Virus , assistiamo a estenuanti bracci di ferro, sgambetti, colpi bassi. Nessuna borraccia a passare di mano in mano per un bene superiore. Aveva ragione Bartali:” l’e’ tutto sbagliato, l’è tutto da rifare” .