L’EBRAICITÀ “ETERNA” DI GERUSALEMME? UN FAVOLA

Ieri Netanyahu ha ripetuto che Gerusalemme “è ebrea da 3.000 anni”. La frase non significa niente ma fa intendere (come vuole la retorica sionista) che Gerusalemme è “la capitale degli ebrei da 3.000 anni”. Una vera panzana. Il regno di Giudea fu liquidato 2.000 anni fa. Per 2.000 anni non è esistito alcuno stato ebraico in alcuna parte del mondo.Dunque, come ha potuto Gerusalemme esserne la capitale? O come ha potuto semplicemente essere “ebrea”, essendo stata abitata per 20 secoli ininterrottamente da romani, greci, cananei, filistei e altre numerose popolazioni che hanno suoersto di gran lunga il numero dei pochissimi ebrei rimastivi? Ma soprattutto, da 1500 anni a questa parte, è stata abitata in stragrande maggioranza da arabi palestinesi. Dunque, perché sarebbe ebrea? Per il fatto che è stata fondata da ebrei? Ma neanche questo pare sia vero, perché secondo gli studi archeologici gli ebrei costruirono su un insediamento abitativo già esistente. Quindi i fondatori non furono ebrei.E se anche lo fossero stati, non significherebbe nulla. Con questo metro di giudizio, la metà del Medio Oriente dovrebbe essere italiana, con tutte le città che i romani vi hanno fondato. Per non parlare della Francia, della Germania, della Spagna, dell’Inghilterra. Perfino Londra fu fondata dai romani oltre 2.000 anni fa. E allora?Insomma, in che cosa consiste l’ebraicità “eterna” di Israele? In niente: è un mito, una favola, una panzana.Giustamente queste cose ce le ricorda ricorda Vittorio Caroselli con l’articolo (breve e impeccabile) condiviso qui sotto.