SILVIA BENAGLIA, MINACCIATA DI MORTE, HA PAURA

La ragazza al centro si chiama Silvia Benaglia. Fa l’assessora. Ed ha commesso due gravi crimini. Il primo è stato andare alla manifestazione delle sardine a Bologna. Il secondo è aver detto che è da criminali strumentalizzare vicende legate ai bambini. E per questi crimini sta pagando caro. Con minacce di morte. Giudice e giuria delle sue colpe è stato infatti lo staff del Carroccio. In una sentenza lampo l’hanno giudicata colpevole. La condanna? Una gogna mediatica. Hanno preso la sua foto, ci hanno messo il suo nome, l’hanno modificata mettendoci il logo del Pd e l’hanno pubblicata sui social. I boia sono state invece le solite iene verdi. Che nel giro di pochi giorni l’hanno riempita di insulti, minacce, ingiurie. Qualcuno ha addirittura invocato una chiamata alle armi per ammazzarla. E così oggi Silvia ha paura. Si è rivolta ad un avvocato per rimettere alla giustizia questa orrenda vicenda. Ma la paura rimane. Ed anche legittimata. Ed in noi, invece, rimane la profonda rabbia per un sistema politico-mediatico che non ha più freni. Che inizia ad usare metodi intimidatori squadristi: ti getta in pasto alla folla rabbiosa sapendo che ti farà a pezzi. Sapendo che ti intimidirà. Cosicché tu possa imparare la lezione: stai al tuo posto. Perché sennò quello è il risultato: la paura. E dato che così ci giochiamo la democrazia stessa, a tutto questo noi dobbiamo ribellarci. Prima che sia troppo tardi. Se già non lo è.