SIRIA. GUERRA DI TWEET

SIRIA. GUERRA DI TWEET

Un aggiornamento “militare”Tra Trump e Mosca scambi di minacce anche via social. Toni duri che sembrano quelli di due lottatori prima di un match, ma che purtroppo possono anticipare una crisi gravissima.Lista di targetDa giorni si è detto che il Pentagono ha presentato alla Casa Bianca una serie di obiettivi, sembra alcune decine. Tra questi – secondo quanto sostenuto dal presidente francese Macron – siti «chimici» siriani. Nella possibile lista: le basi T4 (già colpita da Israele e usata dall’Iran); Doumayr, impiegata dagli elicotteri per il presunto attacco chimico e forse anche Humaymim, nel nord ovest; il ministero della Difesa; impianti e depositi; piste aeree. Il problema è la portata dell’incursione. Un anno fa gli Usa hanno attaccato con i missili un aeroporto ma gli effetti sono stati limitati. Gli esperti sostengono che servirebbe un’azione massiccia e non limitata. Un’ala dell’amministrazione vorrebbe usare la punizione anche in chiave anti-Iran, visto il ruolo di Teheran in Siria. Su questa posizione è anche Israele. Le conseguenze però sarebbero dello stesso livello: un coinvolgimento profondo.Le naviIl Pentagono dispone di una coppia di navi, compreso il Cook, dotati di missili da crociera. Si trovano già nel settore operativo insieme ad altre unità. Molto probabile che vi siano un paio di sommergibili, anch’essi in grado di lanciare ordigni su bersagli terrestri. È stata annunciata la partenza da Norfolk della portaerei Truman con la sua scorta, ma serviranno almeno 10 giorni prima che possa essere in zona. Viene da chiedersi come mai Trump abbia innescato il processo militare senza avere a disposizione una portaerei nel Mediterraneo. Qualcosa non torna. Insieme alla Navy agiscono «vascelli» britannici e francesi, tra questi la Aquitaine, fregata che ha in dotazione missili cruise Scalp. Molta attività nelle basi britanniche a Cipro, dove sono schierati i caccia.Gli aereiAerei da ricognizione americani P8 – che usano la base siciliana di Sigonella – controllano quotidianamente lo scacchiere conducendo una sorta di pendolo lungo la costa siriana. Nel nord è stata segnalata la presenza di un EP-3 , sempre statunitense, decollato da Creta con compiti di sorveglianza elettronica, e di un aereo radar Awacs E3. Non lo sappiamo con certezza, ma potrebbe esserci il veterano della guerra fredda, l’U2. Lavoro di intelligence anche da parte della stazione d’ascolto inglese sul monte Trodos, a Cipro. Una raccolta di dati massiccia che probabilmente è integrata da quanto svolto dai sistemi israeliani, con «antenne» sul Golan e con i loro velivoli. Questa mattina è stato poi notato il passaggio di 3-4 aerei cisterna Usa nel Mediterraneo. Possono aver accompagnato dei bombardieri oppure fatto da schermo ad altri. In caso di intervento ampio Washington mobiliterà di sicuro i suoi sistemi strategici che si sommano ai mezzi d’attacco dislocati nel network in Medio Oriente.Lo scudoI russi ormai sono in allerta. Dicono che il presidente siriano Assad, che esce di rado dal suo «buco», sarebbe stato trasferito in un luogo ancora più sicuro. Alcuni aerei IL 38 sono stati inviati davanti alle coste per aumentare la vigilanza. Il regime ha invece spostato alcuni dei suoi caccia ed elicotteri verso ovest nel timore che possano essere i primi a essere distrutti. Mosca ha detto chiaramente che intercetterà i Cruise Usa – lo ha fatto anche un anno fa – e ha minacciato di contrattaccare le «piattaforme» di lancio (dunque navi, aerei). Putin, in questi ultimi due anni, ha «garantito» a Damasco un formidabile ombrello anti-aereo che però non ha impedito a Israele di eseguire blitz a ripetizione. Forse non ha voluto o non ha potuto, non sempre diplomazia e sviluppi bellici procedono sullo stesso binario.La sfidaSi è anche ipotizzato che i russi possano assistere i governativi in attacchi con Scud verso basi e avamposti americani nella zona curda o nel quadrante meridionale di al Tanf, dove le forze speciali Usa agiscono con piccoli nuclei di insorti. Da qui la sortita verbale di Trump sui «missili in arrivo, nuovi e intelligenti», ossia capaci di perforare lo scudo. Ha svelato qualche segreto? Il presidente può aver giocato con le parole visto che interveniva su Twitter, pochi «caratteri» per una situazione spinta al bordo del precipizio.Guido Olimpio (per Corriere.it)