LA MAFIA NON UCCIDE SUBITO. PRIMA ISOLA

LA MAFIA NON UCCIDE SUBITO. PRIMA ISOLA

DI CLAUDIA SABAInsinuare il dubbio, infangare, screditare.La mafia non è nuova a questi giochetti.E non uccide subito.Prima “isola”.Pio La Torre, Carlo Alberto dalla Chiesa, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Sono solo quattro tra i tanti personaggi scomodi del “Paese Italia” che ordisce trame e convenienze.Quattro persone che facevano paura.E lasciati soli.Il primo uomo è Pio La Torre.Mori’ tragicamente il 30 aprile 1982 assassinato per ordine di alcuni boss mafiosi tra cui Totò Riina e Bernardo Provenzano.“Era diventato un uomo pericoloso Pio La Torre”, raccontò Attilio Bolzoni, cronista di Repubblica.Non si conosce il motivo preciso per cui fu ucciso.Ma la legge sul reato di associazione mafiosa esiste grazie a lui (il famoso “416 bis”).Neppure il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa piaceva al potere.E quando cercò aiuto nessuno gli rispose più al telefono.È la Palermo degli anni Ottanta.Dove il commissario Ninni Cassarà usava la macchina del padre per fare i pedinamenti ai mafiosi.Mori’ il 6 agosto 1985.Ma “La storia peggiore è quella di Giovanni Falcone. Mi disse che si sentiva seviziato”, raccontò Nando dalla Chiesa.Falcone fu lasciato solo.Faceva paura alla mafia e venne barbaramente ucciso il 23 maggio 1992.Tra poco sarà ricordato a Palermo con una solenne cerimonia.Alla presenza di chi lo guardava con sospetto e velatamente lo accusava.La sua valenza è stata riconosciuta solo dopo la morte.Anche Paolo Borsellino fu tradito.Sapeva di essere diventato “un morto che cammina”.Il 19 luglio 1992 una autobomba esplose in via D’Amelio, sotto casa della madre, e lo fece a pezzi.La mafia agisce al buio, nel silenzio più assoluto.Colpisce chi viene lasciato solo.E si lascia solo qualcuno quando si ha paura.“Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno”, diceva Falcone.Così uccide la mafia.Prima isolando, creando dubbi, e poi tessendo tele di una ragnatela invisibile.Oggi Repubblica ha intervistato il Pm Di Matteo che non smentisce una virgola di quanto detto a Non è l’Arena.“I fatti sono quelli, il mio ricordo è preciso e circostanziato” ribadisce ancora nell’intervista piuttosto che ricorrere nelle sedi più opportune.Secondo Repubblica sarebbe colpa di Bonafede se quasi 350 mafiosi sono stati liberati e sempre sua la colpa di aver ritirato quella candidatura al Dap del Pm Di Matteo sotto la pressione di minacce.Ma sono stati i giudici di sorveglianza a liberare i boss mafiosi e non Bonafede.Oggi Di Matteo è impegnato con i media a dimostrare che la mafia ha fatto pressioni contro la sua nomina.Sempre oggi il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, risponderà a una interrogazione sulle vicende relative alla nomina del capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria nel 2018.Fiammetta Borsellino figlia di Paolo, cerca ancora risposte alla morte di suo padre.Pochi sono i media che le hanno dato voce.“Si muore… perché si è soli… privi di sostegno”.