QUEI SENTIMENTI DI AGGRESSIVITÀ SU SILVIA ROMANO

NELLA VICENDA DI SILVIA ROMANO LA DESTRA LEGHISTA(MA NON EX-MSI) HA RIACCESO UN MECCANISMOPERICOLOSO: ESTRARRE QUEI SENTIMENTI DI AGGRESSIVITA’,CHE SENZA“MAIEUTI” TANTI RIUSCIREBBERO A CONTROLLARE Tra i tanti commenti seguiti alla liberazione di Silvia Romano, il consueto – e non banale – dibattito sul “costo” dei riscatti, ma anche il sacrosanto biasimo per la leggerezza di alcune organizzazioni umanitarie si è trasformato nei titoli di alcuni giornali e in alcuni commenti leghisti (ma non dei Fratelli d’Italia, dove pesa la “scuola” missina) in un sentimento assai diverso: una derisione e criminalizzazione della ragazza milanese. E questo ha finito per armare la mano dei lapidatori materiali e da tastiera. E’ la prova provata del formidabile ruolo pedagogico di cui dispongono tutte le classi dirigenti politiche e giornalistiche: un conto è fare battaglie anche durissime, un conto è risvegliare sentimenti di aggressività che in tanti, senza lo stimolo di questi cattivi maestri, di regola riescono a soffocare, a razionalizzare. Ma se ascolto un leader che apprezzo (oggi Salvini, domani chissà chi altro) che mi estrae e mi libera sentimenti violenti, finisco per trasformare una battaglia politica in una caccia all’uomo, una caccia alla donna, che può diventare molto, molto pericolosa.