SCUOLE RIAPERTE IN FRANCIA MA PER I BAMBINI SOLO GIOCHI A DISTANZA DENTRO A QUADRATI

Sarà che ho insegnato per oltre 40 anni nella scuola d’infanzia ma a mequell’immagine dei bambini francesi ripresi a giocare ognuno nel proprio quadrato fa orrore. Con quel tratto di gesso che distanzia un bambino dall’altro muore di colpo quanto sostenuto dalla psicologia dell’età evolutiva.Ovvero il diritto al gioco, soprattutto quello simbolico e libero all’aria aperta, fondamentale per una crescita equilibrata ed armoniosa. La scuola per i bambini della fascia d’età 3/6anni è socializzazione, condivisione, interazione.È scambio di giochi e giocattoli,è sguardi d’intesa e di sfida,è incroci di mani e carezze. È superamento di egoismi acquisizione di autonomia e competenze. Cose queste che non si acquisiscono in perfetta solitudine dentro a un quadrato. Dove, guai se ti avvicini al compagno di fronte o di lato perché potrebbero essere guai. Gli ‘altri’, il gruppo dei pari, coi quali si dovrebbe vivere un fondamentale momento di crescitadiventano quelli da evitare, da scansare,da tenere a debita distanza. Perché potrebbero far loro del male e viceversa. Anch’io ricordo di aver fatto ricorso al gioco dei quadri o dei cerchi. Finalizzato però, e per brevi momenti, all’acquisizione della percezione del sé e degli altri. In questo caso peròil gioco dei quadri è motivato per garantire la famigerata distanza sociale.Definizione quest’ultima da paura. Condicio sine qua non la scuola non riapre i battenti. E poco importa se giorno dopo giorno quel quadrato sul pavimento diventa un tratto indelebile nella mente e nella psiche dei bambini. Dobbiamo imparare a convivere col maledetto virus,prima lo facciamo meglio è, sentiamo ripetere da tutti. Ok, è cosa buona e giusta.Ma non così. Con i bambini, non così.Perché questa non è scuola. Questo, si abbia la decenza di chiamarlo col nome giustoè bebysitteraggio