CORONAVIRUS – FONTANA SI INVENTA UN COMPLOTTO CONTRO LA LOMBARDIA

“C’è un clima avvelenato che qualcuno ha voluto creare nel Paese. Un clima anti – lombardo. E chi ha creato questo clima, dovrebbe farsi un esame di coscienza, perché poi i risultati sono questi”, è il commento del presidente della Regione Lombardia ad una scritta su di un muro nei giorno scorsi a Milano: “Fontana assassino”. Sarebbe facile rispondere a quest’affermazione con un proverbio:“Ognuno raccoglie ciò che semina”. Ma prima di arrivare a questo c’è da capire se questo spirito anti – lombardo è frutto della rivalità nord sud, perché se è questo allora il presidente Fontana si deve rivolgere al suo “boss” che è stato il promotore di questa rivalità. Se è generico allora ci si deve senz’altro rifare al proverbio mettendo in testa agli“anti – lombardi”i suoi stessi amministrati che hanno subito le “strategie” del presidente e del suo staff. Per confermare ciò basterebbe ricordare la dichiarazione del presidente Fontana sull’entità dell’evento:“Questa è una situazione senza dubbio difficile ma non così tanto pericolosa”e aggiunge ammettendo come il virus fosse aggressivo e rapido nella sua diffusione:“molto meno nelle conseguenze“, e ancora:“è poco più di una normaleinfluenza“. Infine precisa:“le persone decedute sono o molto anziane o con una compromissione derivante da patologie importanti“. (il Giornale 25 febbraio 2020). Questo nonostante che il paziente 1 fosse stato trovato poco distante dal presidente Fontana, a Codogno il 20 Febbraio ed il giorno dopo a questi se ne aggiungesse un altro. Questo atteggiamento ha provocato un ritardo che è sotto gli occhi di tutti, specie dei lombardi stessi. Ora da tutto questo ne è conseguito un tira e molla ad aprire e chiudere la regione, in antitesi alle decisioni del governo, con la disputa su chi doveva disporre della chiusura della regione allo scoppiare della pandemia. Fontana dichiarava che spettava al governo centrale questa decisione, smentito giorni dopo dall’assessore Gallera che ammetteva che:“si, la Regione poteva farlo”, forse anche per mettersi in linea con tutte le altre regioni che avevano agito autonomamente. Tutto quindi è riconducibile ad una questione strettamente politica, essendo il partito di Fontana, la lega, parte dell’opposizione al governo Conte. Tutto questo tralasciando l’aspetto principale e più importante della questione: la salute dei cittadini da lui amministrati. C’è poi da registrare l’apertura di un’inchiesta da parte della magistratura per le procedure di ricovero dei contagiati nelle case di riposo per anziani che avrebbe provocato diversi decessi degli ospiti delle strutture stesse, segno che non tutto poi è stato eseguito correttamente. Poi c’è la questione dei tamponi, ancora oggi fatti in misura insufficiente e intempestivamente. Cosa che si va ad aggiungere ai test sierologici che, l’assessore Gallera prima dichiara inutili poi necessari con la possibilità di farli ricorrendo però alla sanità privata ed a pagamento. Tutto questo sempre a danno del cittadino. E come dimenticare l’ospedale dei miracoli? Costo 21 miliardi, pazienti 10, con strutture già esistenti e chiuse per i tagli alla sanità pubblica dalle amministrazioni precedenti con lo stesso indirizzo politico. Al tirare delle somme quindi è evidente che chi ha da recriminare contro la gestione dell’emergenza da parte della Regione Lombardia con a capo il presidente Fontana, non è certo il sud o il resto del paese, anche perché impegnati a loro volta ad affrontare l’emergenza. Forse a pensarci bene, sarà stata la dichiarazione ultima di Fontana:“Contagio? Rispetto ad altre regioni lo abbiamo contenuto bene”a scatenare ancora di più il dissenso e l’indignazione tenendo a mente tutto quanto suesposto ma, specialmente, considerando i disagi e le indecisioni della giunta regionale. Senza dimenticare i numeri tra contagiati e decessi che rappresentano il 50% dei contagiati e dei decessi su base nazionale. In ultimo ci sarebbe un’altra ipotesi circa il complotto, quella che forse Fontana questa denuncia l’ha lanciata contro il governo Conte, sempre e comunque per ragioni politiche e non per effettive mancanze del governo nei confronti della Lombardia che ha avuto quanto messo a disposizione come tutte le altre regioni, mancanze che sono evidentemente da ricercare in casa sua e non altrove.