CORONAVIRUS – LA REGIONE LOMBARDIA CAMBIA ROTTA, ORA TEST SIEROLOGICI, A PAGAMENTO PERO’

Altro cambio di registro della Regione Lombardia, ancora in grave ritardo con i tamponi che sono ancora dedicati al personale sanitario e i degenti delle RSA, cosa che doveva essere effettuata e completata due mesi fa, al nascere cioè della pandemia. Ora pare che si voglia ricorrere ai test sierologici demandandoli però alla sanità privata e questa decisione sarà presto portata in giunta per l’approvazione (fonte businessinsider.it). La conferma anche non ufficiale arriverebbe dall’entourage dell’ineffabile assessore Gallera. Ovviamente questi test sarebbero a pagamento, senza neppure un tetto sui prezzi in strutture private come detto. Per le strutture abilitate sarebbe in preparazione una lista a cura della Regione. E non è tutto, una volta risultato positivo al test ematico, il soggetto sarebbe obbligato a mettersi in “auto quarantena” fra le proprie mura domestiche, presumibilmente insieme alle persone che con lui convivono, e altro che Fase 1. Lo stesso avrà poi l’obbligo di avvisare il medico di base che comunicherà all’ATS di pertinenza l’esito del test e ATS a sua volta provvederà ad inserire il soggetto nella lunghissima lista di attesa per il tampone. Un modo per la Regione di lavarsene le mani abbandonando al proprio destino il “malcapitato”, anche perché non è chiaro cosa accadrebbe se le condizioni del soggetto dovessero peggiorare e tutto questo dopo aver dovuto pagare. Di fatto un ritorno a privilegiare il privato, alla faccia del diritto alla salute sancito dalla Costituzione. Fermo restando che si tratta solo di un passaggio per arrivare al tampone, non si capisce come possa essere considerato in una situazione dove c’è chi, ormai allo stremo, non riesce neppure più a fare la spesa per il sostentamento alimentare. E’ evidente che se questa decisione verrà approvata in giunta, ci troveremmo di fronte all’ennesima dimostrazione di inadeguatezza della Regione ad affrontare questa emergenza che dà l’impressione di andare avanti a tentativi. L’unica certezza della Regione Lombardia è che si deve riaprire tutto nonostante tutto quanto è accaduto in questi due mesi, nonostante i ritardi, nonostante i numeri che dovrebbero mantenere l’allerta, nonostante tutto questo ricada sui cittadini. Niente di nuovo all’orizzonte quindi e la parola d’ordine rimane: avversare il Governo Centrale, compiacere i poteri forti e preservare il consenso.