IL NOI CONTRO L’IO. LA FASE DUE È TUTTA QUI

L’altro giorno su una cronaca locale leggevo di questo autobus in cui a un certo punto il conducente si è accorto che c’erano 4 persone più del consentito, non ricordo se a Roma o Milano, allora il conducente ha detto ai passeggeri che dovevano scendere in 4. Ovviamente mica poteva sceglierle lui e così ha detto “devono scendere 4 persone”, ma non è sceso nessuno perché ognuno voleva che scendesse quell’altro. Ecco, nessuno di noi è “assembramento”, da solo. Ma poi ciascuno di noi lo diventa con gli altri. “Tu non sei NEL traffico, tu sei IL traffico”, diceva un vecchio poster ambientalista piazzato nelle superstrade più trafficate della California. Ora, è evidente che se si aprono i locali pubblici ogni individuo ha diritto di andarci: semmai se ne vadano altri, pensa, come nell’autobus. La morale della storia è banale: ci hanno insegnato per decenni a ragionare sulla base dell’Io, Io devo aver successo, Io devo essere Alfa, Io competo contro tutti gli altri, Io mi faccio la mia convenienza cone e vinca il più forte o il più furbo – “e non mi rompa le balle se ho lasciato la macchina in seconda fila, non vede che non c’è altro posto, o mi dice dove la devo mettere o stia zitto”. Adesso si scopre che in una società intrecciata e affollata invece si può vivere solo ragionando con il Noi, con il Tutti. Che poi una volta si chiamava socialismo, adesso chiamatelo come vi pare, va bene anche Noismo, non mi interessa. Noismo contro Egoismo, o si ragiona cosi o non ne usciamo. Ma non è che non ne usciamo dal virus, non ne usciamo proprio dall’intreccio del vivere in tanti insieme, in una società dove il gesto di ciascuno ha impatto su tutti. L’autista del bus purtroppo non l’ha fatto, ma avrebbe dovuto far scendere tutti e ripartire vuoto, perché tutti capissero cosa è davvero conveniente e cosa no.