CHI HA UNA CARICA DI GOVERNO NON PUÒ DIRE ‘SE E’ PIÙ BRAVO LO FACCIA LEI’

CHI HA UNA CARICA DI GOVERNO NON  PUÒ DIRE ‘SE E’ PIÙ BRAVO LO FACCIA LEI’

Una questione di metodo, che vale per tutti. Una questione di ecologia della democrazia, direi. In linea generale se hai una carica di governo o di amministrazione non puoi rispondere né a un giornalista né a un cittadino: “se è piu bravo lo faccia lei”. Non puoi. Perche se io vado dal meccanico, dal chirurgo, ma pure dal parrucchiere, nessuno di questi ai miei eventuali dubbi di cliente può rispondere “se è più bravo lo faccia lei”. E se vale per un mestiere, vale ancora di piu per chi governa in una democrazia: che a eventuali dubbi e critiche deve rispondere con argomentazioni fondate, non con provocazioni retoriche. No, non lo faccio io. Se pensassi di saperlo fare, mi candiderei premier. Ma non penso di saperlo fare. Penso che devi saperlo farlo bene tu, che hai la mia delega a farlo, e che io ho il diritto-dovere di chiedere perché stai facendo cosa. Si chiama controllo democratico. Che può essere fastidioso per il decisore il quale tuttavia, in democrazia, si deve tenere il fastidio. Il meccanismo retorico del “perché allora non lo fa lei” usato da un politico porta a potenziali conseguenze scivolosissime nel rapporto tra potere e controllo. “Scusi, perché abbiamo dichiarato guerra a San Marino?” “Ma se è tanto bravo perché non lo fa lei il ministro della difesa?”. “Scusi ma perché vuole vendere il Colosseo ai cinesi? “Se pensa di essere piu bravo lo faccia lei il ministro della cultura!”. “Scusi, può spiegarci il decreto che impone di salire in tram camminando sulle mani?” “Ma lo faccia lei il ministro dei trasporti!”