LA DRAMMATICA SITUAZIONE DI UN BAMBINO CONTESO DAI GENITORI

LA DRAMMATICA SITUAZIONE DI UN BAMBINO CONTESO DAI GENITORI

in certi lavori delicati, il turno di reperibilità sarebbe necessario. ma è mai possibile che un bambino di nove anni, reduce da un tentativo di suicidio e “ospitato” in ospedale in attesa di decisione della procura, quando la decisione – sollecita – arriva, resti ancora lì per giorni solo nella stanza del reparto, perchè sono “giorni di festa” e l assistente cui pure il bimbo è affidato ha il telefono non operativo ? al di lá della legge (la reperibilità non è richiesta), mi pare una questione di etica e responsabilità umana. ****Mercoledì scorso, come riportato dal Corriere della sera, un bambino di nove anni, a suo modo “conteso” e affidato ai servizi sociali, ha provato a scavalcare il davanzale della finestra della scuola con l’intento di buttarsi giù. Il caso è complicatissimo ma la procura del Tribunale per i minorenni nel modo più sollecito possibile, pur di consentire al piccolo di trascorrere le feste natalizie in un contesto familiare, venerdì aveva già autorizzato le dimissioni del bimbo che nell’attesa – pur senza alcun trauma fisico – era stato ospitato in un reparto d’ospedale. In accordo con le disposizioni contenute nel decreto del Tribunale, il piccolo avrebbe dovuto essere quindi preso in consegna da un responsabile dell’ente affidatario (Comune di Milano) e consegnato alla mamma, sotto la vigilanza quotidiana dei servizi sociali. Peccato che da venerdì a ieri non ci sia stato modo di contattare l’assistente che pure dovrebbe tutelarlo. “E’ un problema rilevante. La procura ha un turno di reperibilità, le forze dell’ordine hanno un turno di reperibilità, i medici hanno un turno di reperibilità. Com’è possibile che i servizi sociali e il pronto intervento minori non l’abbiano? – chiede il legale Eliana Onofrio, che segue analoghi casi -. Al di là delle norme giuridiche e organizzative è una questione etica e di responsabilità umana”.“Milano ha un numero di affidi all’ente tale da rendere difficile il servizio di assistenza con le risorse territoriali di cui il Comune dispone. Il principale problema si pone nel momento dell’emergenza – nota un altro avvocato, Armando Cecatiello -. Non è raro avere bisogno nei week end o nei periodi di festa, e lì tutto è rimesso alla coscienza o buona volontà dell’assistente sociale incaricato. Ci sono poi i congedi degli operatori che spesso non vengono sostituiti. Mi è capitato più di una volta che per la malattia di un assistente sociale, impossibilitato a depositare nei termini le relazioni richieste dal Tribunale, la causa sia stata rinviata di mesi”. Ci sono poi le lungaggini nelle comunicazioni tra le molteplici parti coinvolte, dice ancora Onofrio. “Le notifiche non sempre sono a tamburo battente e solo per fare un esempio, capita che le scuole non siano avvisate in tempo dei provvedimenti del Tribunale”. Sono STORIE complesSE. A settembre aveva creato sconcerto una mamma che si era buttata da un palazzo di viale Regina Margherita con la figlia di due anni e mezzo in braccio. Non è raro poi che bambini “contesi” vengano presi e portati via nell’orario scolastico. “Il Natale scorso ho affrontato un caso così, per le classi di quei due fratellini, entrambi alle elementari, fu uno shock”. I bimbi furono portati in comunità, improvvisamente senza poter vedere nessuno della famiglia, neanche durante le feste: “La comunità rispose che non c’era modo di organizzare visite nello spazio neutro durante il periodo festivo, nemmeno per un rapido scambio di auguri. La stessa situazione si ripropone questo Natale”.