CONTRO CHI SACCHEGGIA LA NOSTRA TERRA E UCCIDE IL FUTURO

CONTRO CHI SACCHEGGIA LA NOSTRA TERRA E UCCIDE IL FUTURO

Questo testoè dedicato al seme che sotto la neve attende il suo tempo per diventare piantina e poi un giorno fiore o albero. Per poter difendere la vita e il mondo, portando in sé colori della natura che ci affascina, e la memoria di quando gli antichi sapevano che ogni albero, ogni sorgente, ogni collina o valle possedevano il proprio genius loci, lo spirito custode del luogo.Un seme (e poi un albero) per difenderci da noi stessi, dalla follia tecnologica che si è fatta religione del tempo, dogma indiscutibile, pensiero unico di sfruttamento, guerra, Isis, terrorismo e distruzione. Religione bellica e finanziaria, basata sul credere e sul credito (quindi sul debito), così come sull’assenza di sentimenti verso la natura, vista solamente come oggetto inanimato da sfruttare, da saccheggiare ovunque nel mondo. Nel nome del progresso. Di un sistema che si basa sull’ingiustizia sociale tra gli uomini e su un dominio ottuso dell’uomo sulla natura. Fino alle estreme conseguenze, mi sembra di capire. Un seme, un fiore, un colore, un albero.Un piccolo gesto di ribellione con un valore gigantesco. Per riprendere a tessere una cultura della condivisione degli spazi nei quali vivere, con la natura e con le altre specie animali. In un saggio apparso su “Science” nel 1967,The Historical Roots of Our Ecological Crisis, lo storico delle tecniche Lynn White jr. (1907-1987) afferma:San Francesco, il più grande rivoluzionario spirituale nella storia dell’Occidente, suggerì una nuova visione cristiana del rapporto uomo-natura: sostituire il dominio illimitato dell’uomo con il concetto di uguaglianza di tutte le creature, uomo compreso. Il tentativo di Francesco è fallito. Ai nostri giorni scienza e tecnica sono sempre più caratterizzate dalla proterva ortodossia cristiana nei confronti della natura e non è da loro che ci possiamo attendere una soluzione alla crisi ecologica. Poiché le radici dei nostri problemi sono essenzialmente religiose, il rimedio deve essere religioso, qualunque definizione attribuiamo a tale termine. In altre parole dobbiamo giungere a un diverso modo di intendere la nostra natura e il nostro destino. Il sentimento profondamente religioso, ma eretico, dell’autonomia spirituale di tutte le creature espresso dai primi francescani, può indicarci una direzione.