BULLISMO. 17ENNE VESSATO E UMILIATO A SCUOLA: MAGLIETTA USATA PER PULIRE LA LAVAGNA

Era sempre stato un bravo studente Matteo(nome di fantasia),il ragazzo 17enne bullizzato a Lecce. Ma da qualche tempo non studiava più e la sua media scolastica ne aveva risentito pesantemente.Alle domande dei genitori rispondeva a monosillabistando ben attento a non lasciarsi sfuggire ciò che lo angustiava.Molto timido, di corporatura esile, Matteo era piuttosto remissivo.Prenderlo di mira, dai bulletti della classe è stato un gioco da ragazzi. Loro, i “duri”, vigliaccamente, si sa, amano deridere chi ai loro occhi appare fragile e indifeso. E lo studente leccese lo era.E più gli sfottò crescevano di numero e di intensità più il ragazzo si chiudeva in se stesso, incapace di reagire. Incapace di confidarsi con i suoi genitori, anzi, se incalzato negava di avere problemi. La sua remissività ringalluzziva i suoi compagni che di volta in volta alzavano il tiro, ecosì gli strattonamenti sono diventati botte, le percosse umiliazioni.Fino all’ultima, finita in rete, condivisa da uno smartphone all’altro,sino a quello della madre, inviatole da un altro studente, stufo di assistere alle continue angheriesubite da quel ragazzo privo di qualsiasi difesa. Le immagini sono inequivocabili: un manipolo di ragazzi inveisce contro di lui,uno in particolare lo deride, lo prende a calci e minaccia di colpirlo con una sedia. Accertandosi, al contempo, che la scena venga ben registrata. “Gli toglievano la maglia e la utilizzavano come cancellino per la lavagna. Non solo, sul suo corpo c’erano segni che lui ha sempre cercato di minimizzare”, ha riferito il legale che segue la vicenda dopo che la madre ha sporto denuncia. Deriso, picchiato e umiliato per la sua fragilità. Sarà compito della Procura adesso stabilire quanti fossero i responsabili delle continue vessazioni. Per Matteo è la fine di un incubo. E chissà, col tempo, guarite le ferite dell’anima, riuscirà a ritrovare la voglia di studiare e la spensieratezza della sua adolescenza, vissuta finora nella solitudine della sua cameretta.Al suo fianco ha già un amico, quello che ha detto basta.