IL GOVERNO? NON UNO PURCHESSIA MA UNO FICO: M5S-PD, DICE-SACHS

Lacastaculturale, politica, mediatica, è in fibrillazione: urge perresponsabilitàverso il Paese e perla governabilitàdel Paese un nuovo governo. Responsabilità? Governabilità? Parole, parole, non sono altro che parole che, seppur vecchie e superate dopo il terremoto elettorale del 4 marzo, vengono usate (e abusate) come se nulla fosse accaduto. L’epoca d’oro dei partiti tradizionali di massa – Dc, Pci, Psi – comandavano e facevano il bello e il cattivo tempo, ha pressochè esauritola spinta propulsiva, eppure lacastache ne ha preso l’eredità – Pd, Fi e appendici varie – non si rassegna alle liturgie e alle prebende del passato. Altrove stare senza governo non solo non ha provocato traumi ma ha addirittura portato vantaggi: il Belgio senza governo c’è stato per 508 giorni, la Germania per sei mesi, la Spagna nell’arco di 10 mesi è andata alle urne per tre volte di seguito, l’Olanda è riuscita a sopravvivere ai 108 giorni senza esecutivo. Nel Bel Paese invece ci si strappa le vesti perun governo che ancora non c’èappena un mese dopo le dimissioni del PremierPaolo Gentiloniche è rimasto in carica e che sta ben gestendo i bombardamenti scatenati dai guerrafondai di professione, Usa e Regno Unito, Donald Trump e Theresa May, coadiuvati dalla Francia di Emmanuel Macron, contro gli arsenali di armi chimiche in Siria. I venti di guerrain Siria dovrebbero, con gli improrogabili impegni europei e le scadenze economico-finanziarie nostrane, imporre il nuovo esecutivo, anche se in giro non si vedono le tradizionali, oceanichemarce per la pacea dimostrazione, forse, che anche la liturgia delpacifismoha esaurito la suaspinta propulsiva. Insomma, un governo ci vuole, purchessia: ce lo impone la precaria situazione internazionale e ce lo chiede l’Europa, nè si può in Patria venir meno alla responsabilità e alla governabilità che, come ha postulato Eugenio Scalfari, non pretende la morale, ossia i principi universali di uguaglianza, libertà, mutualità, giustizia politica e sociale, ma l’esercizio del potere. Difficile far previsioni: il buon senso, con riferimento soprattutto al terremoto elettorale che ha messo all’angolo partiti e partitini eredi delle ideologie del ‘900 la cuispinta propulsivaè agli sgoccioli se non esaurita, vorrebbe non un governo purchessia ma un governo coerente con il voto popolare,un governo Fico. Come ha illustrato (Alganews del 15 marzo) l’economistaJeffrey Sachs,tra i pensatori più influenti dello sviluppo sostenibile:per forgiare una coalizione, l’M5S dovrebbe adottare un programma economico responsabile e i democratici dovrebbero accettare di essere il partner minore di una forza ribelle non testata.Una possibile chiave per la fiducia reciproca sarebbe che il Pd detenga il cruciale Ministero dell’Economia e delle Finanze, mentre il M5S nomini il Premier. Altrimenti meglio tornare, con una più comprensibile, intelligibile ed efficace legge elettorale, al voto: in Spagna ci si è tornati tre volte in 10 mesi non è accaduta alcuna catastrofe e oggi secondo il Fmi è davanti all’Italia per crescita e sviluppo.