QUESTA BARBARIE SALVINIANA SULLE MIGRAZIONI

Siccome sei contro questa barbarie salviniana trovi sempre il genio che ti dice, bè, pigliateli a casa tua i profughi, perchè non ne ospiti un po’? Se non lo fai non sei che uno squallido radical chic che si mette la maglietta rossa ma poi quando si tratta di fare sul serio si tira indietro. Qualche giornale ci ha pure montato su pagine e pagine. Del resto quel figuro di Salvini se la prende perfino con papa Francesco, che se c’è una istituzione che con la Caritas e altri organismi si dà da fare è proprio la Chiesa, insieme con decine e decine di associazioni di voontariato. Quelli che ti fanno questi discorso spesso sono un po’ scemi, e quindi che ci vuoi fare, ma capita pure che ci sia qualcuno che fino a quel momento hai considerato una persona assennata. Allora fai appello alla tua pazienza e rispondi. Bè, vedi, se ci fosse davvero un’emergenza umanitaria terribile, se ci fosse il terremoto, o che ne so, fossimo in guerra, certo che metterei a disposizione anche le cose che posseggo e accetterei di modificare la mia vita in nome di urgenze più importanti. Tutti (o moltissimi) britannici che possedevano un’imbarcazione da diporto nel 1940 rischiarono brutto per andare a raccogliere i soldati del Regno Unito a Dunquerque. Moltissimi italiani hanno protetto gli ebrei dalle persecuzioni naziste nascondendoli in casa loro sfidando la fucilazione. Per non parlare dei civili che hanno partecipato in ogni modo possibile alla lotta di Liberazione proteggendo i partigiani, o, per richiamare un ricordo lontano, le migliaia di giovani che accorsero senza risparmio di energie in occasione della grande alluvione di Firenze, e nessuno si è tirato indietro con il terremoto del Belice o del Friuli, o dell’Aquila. Insomma, la cittadinanza interviene con generosità, quando serve e le prove di impegno non mancano davvero. Perchè là dove la mano dello Stato o le sue forze non arrivano, è giusto e sano che i cittadini si diano da fare in prima persona. Con pazienza, dunque, cerco di spiegare che no, io il profugo a casa mia non ce l’ho perchè non c’è nessuna emergenza che lo Stato italiano, al quale pago le tasse fino all’ultimo centesimo, non sia in grado di affrontare e gestire. Perchè ci sono i centri di accoglienza, i luoghi dove i richiedenti asilo trovano riparo e ospitalità e gli ospedali dove possono esser curati se ne hanno bisogno. Perchè non c’è nessun motivo in virtù del quale io debba modificare la mia vita di ogni giorno. L’interlocutore qui in genere ridacchia convinto di aver colto una tua contraddizione, ma solo perchè è fondamentalmente incapace di concepire l’idea di responsabilità pubblica. Rimane poi perplesso quando tu gli ricordi che lui era ben favorevole all’intervento della coalizione alleata in Afghanistan e in Iraq, anzi, con molti altri ha scritto articoli di fondo fiammeggianti e non sa spiegare bene come mai non s’è messo in testa l’elmetto ed è partito alla guida di un carro armato per arricchire con il suo slancio bellicoso l’offensiva alleata a Falluja, si incarta quando tu gli ricordi le sue nobili preghiere in parrocchia contro la fame nel mondo e pretendi di sapere quanti affamati hanno dunque le chiavi del suo frigorifero. Lo scemo, per concludere, nella sua prospettiva cavernicola (nel senso di Platone) e prepolitica, non distingue tra il suo orto e la realtà pubblica, la dimensione statuale della collettività, perchè, appunto, o è in malafede, o è, più semplicemente, un po’ scemo.